forum diocesi mazara terremotoIl Vescovo Mons. Domenico Mogavero lancia un forum sul nuovo sito internet della diocesi di Mazara del Vallo:

“Belice/terremoto_’68: 390 milioni per completare la ricostruzione, sono troppi o servono veramente?”

La ricostruzione non può dirsi completata: mancano ancora, infatti, poco più di 390 milioni di euro: soldi necessari sia per l’edilizia privata che per le opere pubbliche. Poco prima di Natale, il Parlamento, approvando due emendamenti specifici alla legge di stabilità, ha dato il via libera allo stanziamento di ulteriori 45 milioni di euro per le zone terremotate della Sicilia occidentale.

Una sorta di risarcimento per lo «scippo» subìto, nel 2008, da parte del governo Berlusconi, che dirottò altrove i 50 milioni destinati alla Valle dal secondo gabinetto Prodi. Uno sfregio che provocò il biasimo delle amministrazioni locali nei confronti dell’esecutivo, che aveva disatteso, in modo inusuale, un preciso impegno assunto dal Parlamento.

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Si tratta – spiega il coordinatore dei sindaci, Nicola Catania – di somme prelevate dal Fondo cosiddetto “di solidarietà e coesione”, che, a discrezione dei comuni, potranno essere utilizzate anche per le opere pubbliche». Catania si dice «particolarmente soddisfatto» del risultato ottenuto dopo un lungo lavoro preparatorio al Ministero della Coesione territoriale: «Siamo riusciti a far comprendere nelle sedi istituzionali ciò che sosteniamo da anni relativamente all’ingiustizia subìta e al mancato rispetto dei diritti maturati dalle nostre popolazioni». E indica la strada da seguire in futuro: «Occorre guardare oltre il terremoto; bisogna mirare ad un armonico processo di sviluppo economico delle aree interne del Belice.

45° ANNIVERSARIO DEL SISMA

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Quarantacinque anni dal terremoto. E ancora si parla di ricostruzione e di sviluppo. La Valle del Belice commemora i morti ma torna a sperare, «perché dobbiamo credere nel futuro, sperando contro ogni speranza e confidando nell’aiuto di Dio».

Con la celebrazione eucaristica nella chiesa della Santissima Trinità a Salaparuta, presieduta dal Vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, si sono aperte le celebrazioni per il 45° anniversario del terremoto del 1968, che si concluderanno martedì a Gibellina.

La messa doveva essere celebrata ai ruderi, sulle macerie della vecchia matrice, ma la pioggia ha fatto cambiare programma nella mattinata di oggi. Chiesa gremita di cittadini e in prima fila rappresentanti delle istituzioni a più livelli: il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Giovanni Ardizzone («il problema della Valle del Belice non può essere confinato qui»), i deputati Giovanni Lo Sciuto, Antonella Milazzo, Nino Oddo, Giuseppe Marinello, Paolo Lucchese, i senatori Tonino D’Alì (che ha letto il messaggio del presidente Renato Schifani) e Maria Pia Castiglione e i sindaci di alcuni paesi del Belice.

Qui la terra porta ancora i segni di quelle ferite profonde – ha detto il Vescovo nell’omelia – ma ancor di più l’animo di tanti suoi figli fu inaspettatamente e dolorosamente è stato segnato da quello sconvolgimento della terra che cancellò una storia, che ancora oggi non si riesce a riscrivere.

terremoto belice

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Perché – ha detto ancora Mogavero – agli sforzi di tanti non è corrisposta l’adesione fattiva e solidale di chi avrebbe dovuto esercitare un’azione saggia e promozionale finalizzata a far diventare la tragedia della Valle una ferita del Paese, approntando con intelligenza progettuale le risorse per la ricostruzione strutturale dei paesi terremotati e soprattutto per ricostruire il tessuto umano e produttivo del Belice. E invece, anno dopo anno, la ricorrenza-anniversario assume sempre più i tratti di un rituale stanco e ripetitivo di commemorazioni, appelli e rimostranze.

LA RICOSTRUZIONE E IL MANCATO SVILUPPO

La ricostruzione, dunque, a 45 anni dal terremoto non è stata ancora conclusa: mancano 390 milioni di euro. Ma si guarda allo sviluppo, «oltre il terremoto» ha detto il coordinatore dei sindaci Nicola Catania. «Intendo sollecitare tutti a pensare specialmente ai giovani, disorientati per mancanza di prospettive di sviluppo in questo territorio che ha bisogno della loro insostituibile presenza e operatività – ha detto il Vescovo. Se è vero che negli anni immediatamente successivi al disastro sono stati compiuti non pochi errori, soprattutto politici ai diversi livelli, questo non può costituire una ragione per aspettare giustizia passivamente». Ed ancora il Vescovo: «È assolutamente vero che il domani di questa magnifica ma sfortunata Valle è tutto e solo nelle nostre mani, purché siamo capaci di valorizzare e mettere a frutto le risorse, non poche, di cui è dotata: la terra con le sue colture tipiche, il mare, i beni culturali, il turismo. Pur nella consapevolezza che si tratta di comparti afflitti da criticità gravi, su tali basi è possibile delineare prospettive di sviluppo, accreditate dal valore aggiunto dell’azione concorde e coordinata di tutti: politici, imprenditori, esponenti del mondo della cultura, comunità ecclesiale».

IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Il coordinatore dei sindaci Nicola Catania ha dato lettura del messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Le drammatiche conseguenza di quel sisma impongono un responsabile impegno a ripristinare con celerità ed efficacia i tessuti sociali ed economici devastati – ha scritto Napolitano – si operi affinché i processi di trasformazione del territorio siano realizzati con l’attenzione dovuta a sicurezza, incolumità, rispetto dell’ambiente e le sue insostituibili risorse».

DOMANI MESSA A POGGIOREALE – Il Vescovo, domani (lunedì 14) alle ore 17 presiederà una seconda messa presso la parrocchia Maria Ss. Immacolata di Poggioreale.

L’addetto stampa del Vescovo e della Diocesi di Mazara del Vallo
Max Firreri

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