Se confermato sarebbe una eredità del lontano passato facilmente prevedibile, per i lunghi tempi di incubazione della malattia, che non ha nulla a che fare con il consumo della carne italiana che e’ del tutto sicuro grazie ad un rigido sistema di controlli introdotto con successo nel 2001 per far fronte all’emergenza Bse.
E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento al caso probabile di variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob il cosiddetto morbo della ”mucca pazza” che riguarda la morte di una casalinga di 58 anni deceduta sabato scorso a Castelvetrano in provincia d Trapani.
La Bse e’ praticamente scomparsa da anni dagli allevamenti italiani per l’efficacia delle misure adottate per far fronte all’emergenza come – sottolinea la Coldiretti – il monitoraggio di tutti gli animali macellati sopra i 30 mesi, il divieto dell’uso delle farine animali nell’alimentazione del bestiame e l’eliminazione degli organi a rischio Bse dalla catena alimentare.
Ma anche e soprattutto l’introduzione a partire dal primo gennaio 2002 di un sistema obbligatorio di etichettatura che consente di conoscere l’origine della carne acquistata con riferimento agli Stati di nascita, di ingrasso, di macellazione e di sezionamento, nonche’ un codice di identificazione che rappresenta una vera e propria carta d’identita’ del bestiame e consente di fare acquisti Made in Italy.
A dimostrare che nei bovini la malattia della mucca pazza e’ ormai quasi completamente debellata sono – conclude la Coldiretti – i numeri forniti dalla Commissione Ue: nell’U nione Europea dai 37.000 animali ammalati del 1992 si e’ passati, nel 2009 a soli 67, dei quali appena due casi in Italia su oltre 450mila test effettuati.
fonte. ASCA
AUTORE. ASCAL’encefalopatia spongiforme bovina (BSE, ovvero Bovine Spongiform Encephalopathy) è una malattia neurologica cronica, degenerativa e irreversibile che colpisce i bovini causata da un prione, una proteina patogena conosciuta anche come “agente infettivo non convenzionale”. Il morbo è diventato noto all’opinione pubblica come morbo della mucca pazza (in inglese MCD, mad cow disease). La BSE fa parte di un gruppo di malattie denominate encefalopatie spongiformi trasmissibili (TSE) che colpiscono diverse specie animali, compreso l’uomo.
Il primo caso di Bse è stato identificato nel Regno Unito nel 1986. La causa dell’insorgenza della malattia fu imputata all’uso delle farine animali come supplemento proteico nell’alimentazione dei bovini. Nel Regno Unito infatti, le norme sul trattamento ad alta temperatura dei sottoprodotti erano molto meno restrittive rispetto ad altri Paesi. Otto anni dopo la comunità europea ha messo al bando definitivamente questa pratica evitando, in questo modo, il riciclaggio dell’agente infettante attraverso l’utilizzo di carcasse di bovini malati nella produzione di farine di carne ed ossa destinate all’alimentazione animale. In Italia, il Ministero della Sanità, è intervenuto – con l’ordinanza di marzo 2001 con cui si vieta la vendita delle parti del bovino che interessano la colonna vertebrale e i gangli, il cervello e le “frattaglie” – con la legge 9 che dispone per la distruzione del materiale specifico a rischio per encefalopatie spongiformi bovine e delle proteine animali ad alto rischio, – e con l’etichettatura delle carni bovine che consente la tracciabilità e la trasparenza delle informazioni ai consumatori.