La liberalizzazione -dice il presidente di Confesercenti Sicilia Vittorio Messina- avrebbe dovuto stimolare la concorrenza, favorire nuova occupazione e rilanciare consumi attraverso l’incremento delle occasioni di acquisto per le famiglie italiane.
Invece, come ha rilevato Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti, l’intervento non ha raggiunto alcuno dei tre obiettivi: nel biennio in cui e’ stato in vigore la spesa delle famiglie e’ crollata come non mai nella storia della Repubblica italiana, mentre i posti di lavoro offerti dal settore, sotto forma di occupazione dipendente ed indipendente, sono diminuiti drammaticamente.
Ha ragione Bussoni -conclude Messina- quando dice che bisogna subito fare un passo indietro tornando alla regolamentazione degli orari dei negozi perche’ e’ una scelta necessaria, che garantisce un’equa concorrenza fra le diverse forme distributive
fonte. AGI
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Bussoni e Messina glissano il problema dei problemi cioè la pressione fiscale non soltanto in termini di tassazione, ma anche in termini di controlli asfissianti e incombenze contabili-amministrative. Inoltre molte aziende hanno chiuso e chiuderanno perchè è diventato l'unico modo per liberarsi di equitalia e Serit. Non si può continuare a lavorare per uno stato, che dissipa e brucia tutte le risorse.