Molti giovani che dieci anni fa sfilarono per le vie della città per ribadire il loro “no” alla mafia, oggi sono imprenditori, altri laureati, altri ancora sono andati via altrove perché il lavoro li ha portati lontani dalla loro città. Sono passati dieci anni da quando Castelvetrano è scesa in strada per “I love legalità”, il corteo che portò a sfilare lungo le strade della città oltre 5.000 persone. A pensare a quell’iniziativa furono proprio gli studenti. Un gruppo ristretto che poi contagiò positivamente tutti gli altri. E poi ancora gli adulti. Un evento rivoluzionario per Castelvetrano, “marchiata” come città che ha dato i natali a Matteo Messina Denaro. L’allora sindaco Gianni Pompeo (scomparso nel 2019) ai giovani disse che «la vostra presenza mi fa sperare in una città che ha voglia di cambiare lo stato delle cose e che sono sicura scenderà in piazza a festeggiare quando la giustizia raggiungerà anche lo spietato Messina Denaro».
Il superlatitante è ancora un fantasma. Ma dieci anni fa quell’iniziativa per dire “no” alla mafia rappresentò la voce ribelle contro la criminalità, credibile e genuina perché veniva dalla voce degli studenti. Sfilarono tutte le scuole della città ma anche quelle provenienti da Francoforte, Lentini e Siracusa. Il Sistema delle piazze divenne l’agorà da dove si alzò il grido contro la mafia, con l’allora Procuratore aggiunto a Palermo Antonio Ingroia (oggi à avvocato), l’ex senatore Beppe Lumia, l’ex onorevole Livio Marrocco (all’epoca Presidente della Commissione regionale antimafia) e poi gli attori Claudio Castrogiovanni, Alice Palazzi e Fabrizio Ferracane. Parole unite all’arte, alla musica col festival “Note della legalità” e degustazione di prodotti tipici. Questo succedeva dieci anni fa. E oggi è opportuno farne memoria, piuttosto che dimenticare.