Dopo mesi di lavoro, di duro confronto, di riunioni, di concertazione tra Ministeri, Regione Siciliana, Camera dei Deputati, Senato della Repubblica, è stato approvato oggi, in Commissione Bilancio del Senato un emendamento all’articolo 2 comma 13 del testo della legge di stabilità (legge finanziaria dello Stato), primo firmatario il Sen. A. D’Alì cofirmatari i Senatori Simona Vicari, Giampiero D’Alia, Salvo Fleres, che assegna ai comuni della Valle del Belìce 35 milioni di euro, che si vanno ad aggiungere ai 10 milioni già votati dalla Camera dei Deputati, a seguito di un emendamento dell’On. G. Marinello.
Somme che, destinate in massima parte al completamento degli interventi di edilizia privata ed in parte ad opere pubbliche, saranno impegnate sul Fondo di Solidarietà e Coesione 2007-2013, per come definito in dettaglio nell’ultimo tavolo di confronto che s’è tenuto a Roma lo scorso 4 ottobre proprio al Ministero della Coesione Territoriale, presente il coordinatore Nicola Catania che ha svolto un approfondito e puntuale lavoro preparatorio, oltre ad una vera e propria azione di mediazione tecnica-politica.
Il Lavoro è poi proseguito nelle aule delle commissioni parlamentari, dove sono stati concertati gli emendamenti in questione, che oggi (19 dicembre 2012) finalmente hanno trovato il voto favorevole grazie all’impegno politico della deputazione interessata.
Siamo particolarmente soddisfatti – ha dichiarato Nicola Catania- di essere riusciti ad ottenere questo finanziamento e di aver fatto comprendere in tutte le sedi istituzionali ciò che sosteniamo da anni, relativamente all’ingiustizia e al mancato rispetto dei diritti maturati, che hanno subito le nostre popolazioni; ritengo che sia indispensabile partire da questo risultato per avviare un processo di analisi condivisa che guardi “oltre il terremoto” ed in particolare ad un armonico processo di sviluppo economico delle aree interne del Belice, senza per questo abbandonare le nostre legittime rivendicazioni. Volevo a nome mio personale e dei 21 Sindaci del Belice ringraziare i Parlamentari che da sempre si sono battuti al nostro fianco, primo fra tutti il Sen. A. D’Ali che non ha mai abbandonato il Coordinamento nelle varie fasi, credendo fino in fondo ad una soluzione doverosa da parte dello Stato, estendendo i doverosi ringraziamenti alla Senatrice Simona Vicari, la cui azione politica è stata preziosa nella fase di approvazione, oltre ai Senatori D’Alia, Fleres, all’ On. Marinello, e tutti gli altri Parlamentari Siciliani che si sono sempre interessati.
Sento inoltre il dovere di ringraziare il Presidente del Senato Renato Schifani, che ha seguito personalmente l’iter dell’emendamento fino al suo esito positivo in commissione.
fonte. www.tempieterre.it
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Lo so che non susciterò approvazione, ma io pensavo che la ricostruzione nel Belice fosse stata già ultimata da un pezzo, e che il nostro territorio necessiti di ben altri interventi infrastrutturali, a cominciare da una decente rete ferroviaria, porti più capienti e profondi, e volendosi limitare, rimanendo nella valle, una decente bretella di collegamento tra l'autostrada Palermo-Mazara e la superstrada Palermo-Sciacca.
scusate,ma è giusto che faccia una mia considerazione. Ogni abitante dei vari paesi "terremotati" con tutti i contributi del passato hanno costruito almeno 3 - 4 case (ville), non era giusto destinare questi fondi a piccole e medie imprese dedite allo sviluppo del turismo o dell'agricoltura. E poi si parla di sprechi. Purtroppo, su questo hanno ragione i leghisti che ci considerano una palla al piede.
Quando non si conoscono i fatti bisognerebbe avere la decenza di tacere. Tante persone, pur essendo nate in territori vicini, non conoscono la storia dei tragici anni post terremoto e alimentano involontariamente tutta la tronfia retorica dei leghisti. La così detta "valle del Belìce" (termine improprio data l'orografia del territorio) in rapporto alla popolazione e ai danni, ha ricevuto molto, molto meno rispetto a territori colpiti da sismi quali, ad esempio, il Friuli o ll'Umbria. Lo scandalo della parziale ricostruzione del Belìce non è qualcosa da attribuire soltanto all'incapacità di alcuni amministratori locali ma riguarda anche la classe politica Italiana che ai più alti livelli governa da quarant'anni. Questa non è elemosina ma diritto a ricevere qualcosa di dovuto. Non confondiamo gli atavici vizzi e carenze che riguardano la nostra gente con le vergognose responsabilità che riguardano l'intero sistema Italia. Il Belìce deve avere tutto ciò che gli è dovuto, fino all'ultima lira/euro, altrimenti si continuerà a perpetuare un enorme torto a questa terra e a questa gente.
Se vogliamo limitarci agli investimenti ricevuti per la ricostruzione da un punto di vista comparativo e a parità di popolazione (la popolazione totale colpita era di ottantamila unità) ricordo che il "Belìce" a somme rivalutate, ha avuto circa 12.000 miliardi di lire ed il Friuli più o meno il triplo: 29.000 miliardi. Qualcuno potrà dire: è comunque una somma enorme. Questo è vero ed è pure vero che ci sono responsabilità pesanti della classe politica locale ma, se si studiano i documenti del periodo ci si renderà conto che servono cifre enormi per la ricostruzione e poi che l'aggressione della "mafia interna ed esterna" a quei territori, l'insipienza e la cattiva volontà dei politici regionali e nazionali sono stati la causa principale di questa ferita ancora aperta. Qualcuno potrebbe chiedermi la fonte da cui evincere le cifre che ho citato: questo è l'url del documento della commissione parlamentare per il parere al governo sulla destinazione dei fondi per la ricostruzione del Belìce. http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/222217.pdf
Consiglio inoltre la lettura di questi testi per conoscere, nelle linee essenziali, la storia di quella tragedia: Fiorella Cagnoni Valle del Belìce terremoto di stato - Lorenzo Barbera I ministri dal cielo - Don Antonio Riboldi I miei 18 anni nel Belìce.
Io spero che molti si ricredano andando a studiare i documenti che ho proposto, sempre che se ne abbia la voglia e che si voglia rimettere in discussione credenze fortemente influenzate dalla non conoscenza dei fatti e dalla disinformazione portata avanti da molti e in particolare dai Signori Leghisti. Io sono nato e cresciuto a Castelvetrano ma assicuro tutti che il terremoto del Belìce riguarda non soltanto quei comuni che hanno subito il sisma ma anche l'intera Sicilia. Qualcuno non si rende nemmeno conto di che tipo di ferita abbia subito quella gente e quali lotte sono state fatte per avere riconosciuto un diritto sacrosanto. Cordiali saluti, Paolo Cusumano.
e castelvetrano......sempre l'ultima ruota del carro...mi chiedo se facciamo parte di questo territorio o no...eppure c'era l'ultimo nostro sindaco alle manifastazioni....
Sig. Cusumano, quali fatti? Lei precisa che il Belice ha ottenuto meno del Friuli e dell'Umbria.Prendo atto, fidandomi sulla parola. Ma se sobbiamo parlare di ricostruzione, mi pare che i centri colpiti dal sisma sono stati ricostruti,e non da ora. Certo, si può discutere l'opportunità di certe scelte urbanistiche, poco rispettose delle reali esigenze del territorio, come a Gibellina. O l'inutilità di opere come l 'asse del Belice'. Provvidenziale, invece, non solo per il Belice, si é rivelata l'autostrada Palermo-Mazara. E Mazara deve al sisma anche l'ospedale Abele Ajello, oggi in ristrutturazione. Il Belice scontò, purtroppo, anche una sorta di ruolo-cavia: le tragedie successive furono gestite sempre meglio. Dobbiamo risarcirlo per questo? Va bene, ma che lo si dica chiaramente. Lo si spieghi. Comunicati come quelli del sen. d'Alì, specie di questi tempi, si rivelano controproducenti. E rimango dell'opinione che parlare, quando si tratta di pubblica opinione, non é mai un male.
Signor Valenziano,
mi scuso per il tono usato precedentemente, è giusto che tutti partecipino al dialogo ma,in tutta sincerità, mi sembra di aver parlato di fatti citando anche le fonti. Inoltre, mi potrebbe dire cosa c'entrano Mazara del Vallo e l'ospedale Ajello con il terremoto del Belìce? Non crede di avere una visione un po' (scusi il pessimo neologismo) "Mazarocentrica"? Quando i sindaci dei comuni interessati dal sisma parlarono di "scippo" si riferirono anche al finanziamento di opere che non erano essenziali alla ricostruzione ma che erano "convenienti" per comuni più "forti" quali Alcamo, Castelvetrano e Mazara (con la differenza che mentre i primi due paesi hanno subito diversi danni dal sisma, lo stesso non si può dire del comune di Mazara). Quando lei mi dice che è stata provvidenziale per il Belìce la a29 mi viene da ridere! Quell'autostrada è servita in maniera quasi incidentale a circa tre paesi coinvolti nel terremoto (quattro, se aggiungiamo il nuovo sito di Gibellina). L'asse del Belìce invece sarebbe stato certamente un'utile arteria di collegamento per i paesi devastati se avessero portato a compimento in tempi decenti la ricostruzione dei siti colpiti. Le ricordo che gli abitanti di Salaparuta, Montevago, Poggioreale, Sambuca e Menfi tendono a usare molto di più lo scorrimento veloce Sciacca - Palermo che la sua amatissima autostrada! Se ripercorre le cronache di quegli anni si renderà conto che l'autostrada a29 è stata costruita PRIMA di mettere mano ad una ricostruzione SERIA dei comuni DEVASTATI dal sisma. Le consiglio di fare una passeggiata nei siti antichi di Salaparuta, Gibellina e Montevago: guardi bene quei luoghi e poi immagini Mazara ridotta in quel modo. Se il suo paese avesse subito tutto quello adesso pretenderebbe la ricostruzione completa. Le ricordo che fino a pochi anni fa molte famiglie vivevano in baracche costruite con materiali quali eternit. Come le dicevo prima le persone interessate al sisma erano circa ottantamila ma oggi più della metà è emigrata causando una delle diaspore più imponenti che si siano viste nel dopoguerra. Lei dice che "i centri colpiti dal sisma sono stati ricostruiti": se questa affermazione è vera per quanto riguarda "l'edilizia abitativa" delle persone che effettivamente oggi abitano i paesi della "valle", non lo è affatto per quella che era la popolazione originaria e, soprattutto non lo è affatto per i restauri del bellissimo Barocco perduto e per le infrastrutture. Le ricordo che i paesi del Belìce erano collegati da una linea ferroviaria molto utile, la Castelvetrano - San Carlo - Burgio, che è stata chiusa subito dopo il sisma... ops, è inutile perchè non c'entra nulla con Mazara... mi perdoni la battuta! Tornando alle infrastrutture, i vari governi che si sono succeduti per tutti gli anni settanta e ottanta avevano promesso, con tanto di decreti, interventi che poi non si sono mai effettuati. Mi sembra comprensibile che ci siano molte "pretese" da parte degli amministratori di quei paesi. Se vuole possiamo discutere sulle responsabilità anche gravi che ci sono state e ci sono a livello locale ma, a mio modesto parere, ci sono responsabilità gravissime dei governi regionali e nazionali che si sono succeduti da più di quarant'anni!
Credo di aver scritto troppo...
Cordiali saluti.
@Paolo Cusumano: guardi che con me sfonda una porta aperta: se va al mio primo commento leggerà che io auspico una decente bretella che colleghi la Mazara-Palermo alla Sciacca-Palermo, magari prolungando opportunamente l'asse del belice. E mi schiero in prima fila per il ripristino di tutte le ferrovie smantellate, non solo la Castelvetrano-Burgio, ma anche la Castelvetrano-Sciacca-Porto Empedocle. Sulla ricostruzione, ho sempre pensato che il modello Santa Ninfa si sia rivelato molto migliore di quello di Gibellina; ma nessuno può dire se una Gibellina ricostruita là ove oggi giace solo il 'cretto' di Burri avrebbe ritrovato la sua vitalità, come, appunto, S. Ninfa. In ogni caso, quella che é mancata é stata una visione strategica sui bisogni del territorio post-sisma. Quello che bisogna chiedersi é 'di cosa ha bisogno il Belice oggi?' La mia non é una visione 'Mazarocentrica': faccio presente che la mia città ( non paese ) é oggi popolata da tantissimi belicini che si trasferirono qui nei mesi successivi al terremoto, convinti che fosse il primo luogo sicuro. Mazara presiedeva l'USL 4 comprendente anche salemi,Vita e Gibellina, ed ancora per qualche mese, l'ATO 'Belice Ambiente'. Il suo porto, inoltre, rappresenta lo sbocco naturale dell'hinterland belicino: Mazara non é solo un porto peschereccio, ma, guarda caso, quasi tutta l'attività commerciale che vi si svolge fa riferimento ad imprese belicine. Quando si accenna allo 'sviluppo armonico' delle aree interne del Belice occorre, secondo me, spiegare subito che cosa s'intenda, alla luce della popolazione e delle attività superstiti nella zona; altrimenti, il minimo che possa capitare é che qualcuno obietti che i soldi del Belice siano stati impiegati, più che nella ricostruzione dei centri distrutti, nella costruzione di quello scempio ambientale che risponde al nome di Triscina, località costiera di villeggiatura nemmeno riportata nelle carte geografiche, e meno male direi. Non voglio essere irritante, l'insinuazione non é mia, mi limito a riportare una 'leggenda metropolitana' molto diffusa. Forse ho scritto troppo io. Cordialità