Cronaca

A Campobello capovaccaio morto sotto i fili della corrente

Una femmina di capovaccaio è morta, presumibilmente folgorata, in contrada Campana a Campobello di Mazara. Il volatile è stato trovato alla base di un palo di una linea elettrica: è probabile che il capovaccaio si sia posato sull’elettrodotto e sia rimasto folgorato. L’elettrodotto, come tanti altri, attraversa una sciara a palme nane situata nel territorio di Campobello di Mazara, che ricade all’interno di un sito Natura 2000, la ZPS ITA010031. Proprio questo esemplare trovato morto era stato chiamato Pina: nata al Centro Rapaci Minacciati di Rocchette di Fazio, il rapace era stato liberato in Basilicata nell’agosto 2022. Gli spostamenti del giovane capovaccaio erano seguiti grazie ad un GPS di cui era dotato. Dapprima era migrato verso sud ma non aveva raggiunto l’Africa e si era fermato a svernare in Sicilia occidentale, nel Trapanese.

Nella stessa zona, mesi addietro, erano stati trovati morti due nibbi bruni (uno dotato di GPS), folgorati anch’essi e caduti sotto un palo elettrico di derivazione che risultava addirittura isolato contro la folgorazione dell’avifauna. In uno studio del 2016 a cura di Manuel Andrea Zafarana e Antonino Barbera furono rinvenute, sempre in quest’area, ben 18 cicogne bianche folgorate. Lo studio fu realizzato controllando palo per palo le linee della zona. Si può supporre che un monitoraggio costante delle linee porterebbe a localizzare molti altri uccelli folgorati oltre ai tre rapaci trovati grazie al GPS.

L’area di contrada Campana è una zona d’interesse faunistico di primaria importanza. Nell’ambito del Progetto LIFE Natura “Egyptian vulture” (Misure per la conservazione del capovaccaio in Italia e nelle Isole Canarie), proprio nella zona dell’ex discarica di Campobello di Mazara, è stato creato un punto di alimentazione per rapaci, utilizzato da capovaccai e da centinaia di nibbi bruni e altre specie. «Quello che chiediamo a E-Distribuzione è la messa in sicurezza delle linee elettriche nell’intera area delle sciare per almeno 10 km attorno al punto di alimentazione», spiegano i responsabili del progetto.

Published by
Max Firreri