giacomo morici

Mi chiamo Giacomo Moceri, ho ventidue anni, sono nato a Castelvetrano e vi ho vissuto fino ai diciotto. Terminato il Liceo, mi sono trasferito a Parma per proseguire i miei studi e tuttora vivo qui. Il fatto che mi trovassi lontano dalla mia città natale non ha spento tuttavia il mio interesse nei suoi confronti, tanto che quotidianamente mi informo su quello che accade attraverso questo blog. Ho deciso di scrivere questa sorta di “lettera aperta” perché sono giunto a un limite di sdegno notevole nei riguardi dell’apatia che coinvolge ormai da anni la città e vorrei che tutti provaste a rifletterci un po’ su.

Si dice sempre che a Castelvetrano nessuno propone mai nulla di nuovo, che per trovare un po’ di svago bisogna andar fuori città e che la noia regna sovrana. E’ vero, lo provo sulla mia pelle tutte le volte che torno giù. Per fortuna, però, qualcuno ha deciso di dare una scossa alla cittadinanza, organizzando, periodicamente, degli eventi per rivitalizzare, o almeno tentare di farlo, il centro storico.

Sottolineo il “tentare di farlo”, perché, purtroppo, non sempre queste iniziative vengono accolte con entusiasmo. E per quale motivo? Ci lamentiamo che non si organizza mai niente e quando qualcosa viene organizzato ce ne stiamo a casa? Non è una contraddizione? Ieri, domenica 8 marzo, l’associazione Castelvetrano Shopping ha organizzato Mimosis, l’evento per rendere omaggio alle donne. Le premesse erano bellissime. Bastava dare una lettura anche sommaria al comunicato stampa per rendersi conto della ricchezza di eventi proposti: sconti speciali per le donne nei negozi, mostra fotografica, estemporanea di pittura, esibizioni di band al femminile e via dicendo.

E invece cosa è successo? E’ successo che le sorelle Prestigiacomo hanno suonato e cantato solo per loro, che per le vie del centro storico le persone si contavano sulle dita di una mano e, cosa che mi indigna alquanto, gli addobbi sono stati rubati da dei vandali che altro di meglio non avevano da fare. Io capisco che il periodo non è dei migliori, che la serenità non sempre regna in famiglia, che molti combattono contro la crisi, ma vorrei che capiste che chi sta dietro all’organizzazione di questi eventi dedica energie e risorse per cercare di cambiare una realtà triste, per permettere, almeno per una domenica, di staccare la spina e disconnettersi dal mondo fatto di problemi e ansie.

Vorrei anche tenere presente a chi su facebook commenta che se non c’è lavoro non ci sono soldi e se non ci sono soldi non si può uscire che passeggiare a piedi per le vie della propria città non costa nulla. Io sono uno dei fotografi che ha partecipato alla mostra “Il volto della donna”. Visto che si parla tanto di crisi economica vorrei che consideraste il fatto che per l’amore di condividere con più persone possibili la mia arte ho speso ben trenta euro per stampare tre foto e undici euro per spedirle giù a Castelvetrano. E quarantuno euro per uno studente fuori sede che paga un affitto mensile di trecentocinquanta euro sono davvero tanti. Concludo con l’auspicio che la cittadinanza possa imparare ad avere un po’ più di rispetto per chi cerca di cambiare in meglio il volto di una città sempre più vittima di apatia e menefreghismo.

Giacomo Moceri

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