I trattamenti superficiali che vengono applicati sull’alluminio e sui metalli hanno lo scopo di migliorare le caratteristiche dei materiali dal punto di vista meccanico e fisico. In particolare ad aumentare sono la longevità e la resistenza, ma i benefici risultano evidenti anche sul piano estetico. Impiegate in ambito commerciale e nel settore industriale, le superfici metalliche e in alluminio rischiano di danneggiarsi perché sottoposte a usura ed esposte a un costante stress. Ecco perché si rendono necessari dei trattamenti ad hoc.
Tra i trattamenti superficiali più comuni ci sono quelli di anti attrito e di anti aderenza, che permettono e agevolano lo scorrimento lungo le superfici. I trattamenti per la durezza, invece, hanno l’obiettivo di accrescere la resistenza al danneggiamento, mentre quelli anti corrosione – come è facile intuire – garantiscono una protezione ottimale rispetto ai fenomeni atmosferici e agli agenti chimici. La verniciatura e altre tipologie di trattamento presuppongono la fosfatazione, la nichelatura o comunque trattamenti preparatori che, una volta applicati, assicurano risultati eccellenti sul piano dell’omogeneità del colore e della brillantezza.
Che si tratti di effettuare un trattamento superficiale sul rame, sul ferro, sull’alluminio, sull’acciaio o su leghe speciali, sono parecchi i processi a cui si può ricorrere per conseguire gli obiettivi auspicati. Lo scopo che ci si propone di raggiungere, al di là della necessità di migliorare le prestazioni a livello produttivo, è rappresentato da una maggiore longevità dei macchinari. Si tratta, insomma, di allungare la vita degli impianti. Vale la pena di menzionare, tra gli altri, i trattamenti di isolamento elettrico e termico, per mezzo dei quali si ha la possibilità di lavorare nel rispetto dei più alti standard di sicurezza sia quando si ha a che fare con scariche di tensione e di corrente, sia in presenza di temperature molto elevate.
Con il trattamento per l’isolamento termico delle superfici, in particolare, si genera una barriera protettiva molto consistente che garantisce la resistenza cromatica oltre i 600 gradi. I rivestimenti isolanti possono essere in ceramica o realizzati in altri materiali, a seconda degli impieghi a cui sono destinati: tra i più comuni ci sono quelli per il settore dei camini e delle stufe. Per quanto riguarda l’isolamento elettrico, invece, la necessità da soddisfare è quella di generare una barriera che sia isolante e al tempo stesso impermeabile. Ecco, quindi, che c’è bisogno di rivestimenti capaci di resistere al taglio, all’umidità o al calore.
Nel novero degli altri trattamenti possibili ci sono quelli anti microbicità, che permettono di contrastare e impedire la diffusione di malattie infettive dovuta alla proliferazione sulle superfici di germi e batteri nocivi. Si può facilmente dedurre che è soprattutto nel settore sanitario che si palesa la necessità di trattamenti simili, che devono ostacolare lo sviluppo non solo dei batteri, ma anche dei virus, dei funghi e più in generale dei parassiti dannosi.
Nel mercato della meccanica, infine, ricoprono un ruolo di primo piano i trattamenti anti aderenti, a cui si ricorre pure nell’industria del packaging e in quella alimentare, oltre che nel settore della plastica e della gomma. Ma a che cosa servono di preciso i trattamenti di questo tipo? Grazie ad essi, le superfici in metallo acquisiscono caratteristiche idrofobiche e al contempo impediscono alle vernici e alle gomme di aderire. Il medesimo effetto si riscontra anche per le plastiche, per gli adesivi, per le pelli e per gli inchiostri. Anche in ambito alimentare ci si serve di questi trattamenti, per esempio per la produzione dei dolci, delle caramelle, delle gomme da masticare, del caffè e della pasta.