Questa pandemia ci ha tolto tanto, forse troppo. Ha stravolto le nostre vite e ci ha insegnato giorno dopo giorno a reinventarci, eppure quello che ci manca di più è un abbraccio, il calore umano attraverso un gesto fino a ieri troppo banale, mancano quella azioni troppo semplici che scandivano le nostre giornate facendoci oggi apprezzare, ciò che di più meraviglioso custodiamo, l’amore per le persone a noi care.

Una pandemia che ha reso vulnerabile, la generazione più fragile, più bisognosa di attenzioni, una generazione, che il virus ha preso di mira e che oggi più che mai vogliamo con tutte le forze proteggere, quella dei nonni, dei genitori anziani o magari malati, a loro il nostro abbraccio virtuale sincero e pieno di speranza.

Arrivano da un nostro lettore Gianfranco Caraccioli le parole a sua madre, e pensiamo per un attimo che possa anche essere la nostra, quella che non vediamo da tempo, quella che ci manca da togliere il fiato.

A mia madre che non vedo da un mese..

O ma !!
Fuori parlano ancora di te
C’è un gran vocio
Sanno tutto del tuo amore
Mi hanno rubato ogni parola
E detto di tutto
Anche i colori della tavolozza sono finiti
Mi resta che abbracciarti
E mentre ti abbraccio
Vorrei abbracciarti ancora
Tra occhi tremolanti di gioia
E lacrime trasparenti
Che scendono giù
Dalle tue rughe
I miei giardini d’infanzia.

AUTORE.