A Sciacca trovati resti di un aereo e soldati USA caduti nel ’43 – VIDEO

Dopo 78 anni da quando venne abbatuto vicino Sciacca, i resti di un Bombardiere e di alcuni dei sei avieri che vi erano a bordo, sono stati ritrovati grazie a una nuova missione in Sicilia della Defense POW/MIA Accounting del Dipartimento americano della Difesa. Sarà ora la comparazione del dna con alcuni dei parenti a dare la certezza che si tratti proprio di quei soldati scomparsi. Trenta soldati dell’agenzia del Governo Usa, guidati capitano Neal Gupta, hanno scavato per un mese e mezzo in contrada Piana Grande di Misilufurmi, una vallata tra Sciacca e Menfi, a pochi chilometri dell’aeroporto fantasma, così chiamato perché la base militare rimase nascosta e mimetizzata per 3 anni, dal 1940 al 1943.

Di quel volo si conosce la storia: un B25 con sei uomini a bordo, partito il 10 luglio 1943 da Hergla, in Tunisia, che sarebbe dovuto atterrare a Sciacca ma che è stato abbattuto dalle forze della controaerea tedesca. Su quell’area si sono concentrate ora le ricerche dei soldati americani: scavi con mezzi meccanici e a mani nude e poi le zolle di terra passate a setaccio con l’acqua per cercare resti di ferro e d’ossa. Tutto coordinato come in un campo militare, scandito da tempi precisi e piena collaborazione.

“La ricerca è iniziata anni addietro – ha detto l’archeologo Clive Vella, che fa parte dell’Agenzia americana – dopo uno studio storico del rapporto scritto d’allora avevano contezza che il punto dove l’aereo è caduto si trovava a circa 1,5 chilometri dal centro di Sciacca. Poi nel 2017 siamo venuti per la prima volta qui e con un metal detector ci siamo accorti che c’erano importanti parte metalliche che, presumibilmente, appartenevano all’aereo che cercavamo”. Così la ricerca ha mosso i primi passi concreti. 

“La nostra missione è quella di cercare, identificare e restituire ai familiari i resti dei nostri fratelli americani morti nel mondo durante i conflitti – ha spiegato il capitano Neal Gupta – non vogliamo lasciare nulla al caso ma ridare onore, anche dopo così tanto tempo, agli americani che sono caduti in conflitto”.

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Max Firreri