La lezione-spettacolo di Alfonso Veneroso racconta la grande battaglia dei siciliani contro il primo abuso compiuto da un’amministrazione straniera sull’isola. Pochi sanno che Marco Tullio Cicerone mise a rischio la propria carriera di giovane e brillante avvocato della grande Roma repubblicana, e la sua stessa vita, per difendere la Sicilia e i Siciliani nel processo “Contro Verre”. Un vero e proprio thriller: il governatore romano della Sicilia, Gaio Verre, saccheggia impunemente l’isola per tre anni e, nel farlo, manipola le leggi e l’amministrazione della giustizia, corrompe, minaccia, violenta, tortura, uccide chiunque ostacoli i suoi progetti di arricchimento. Sono coinvolte, nel suo disegno criminoso, sessantasei città, praticamente l’intera Sicilia.
Un evento che segnerà in maniera indelebile l’animo dei siciliani, da Cicerone definiti: «Gente oltremodo intelligente e sospettosa». La loro dignità e la speranza di giustizia hanno una sola arma: le parole e il genio di Cicerone. Sarà Stenio, un uomo di Thermae (l’attuale Termini Imerese), diventato amico di Cicerone mentre egli era questore nell’isola, a chiedere aiuto al giovane oratore. L’attualità del caso Verre è impressionante, nelle dinamiche politiche come nell’amministrazione della giustizia, nelle azioni delle lobby, nell’attività dilatoria dei processi, nella corruzione, nel crimine organizzato. Una vicenda che sembra uscita dalle cronache dei nostri tempi.
L’appuntamento è per martedì 8 agosto, alle ore 21:00, presso il Tempio G del Parco Archeologico di Selinunte. Info e biglietti: https://www.coopculture.it/it/prodotti/cicerone-e-i-siciliani-contro-verre/

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