Che valore ha mantenere vivi i ricordi di una persona scomparsa? Aiutare a preservare la sua eredità per le generazioni future perché ogni persona ha una storia unica da raccontare e questa non va dimenticata. Quella del giudice castelvetranese Luca Crescente – morto improvvisamente all’età di 39 anni nel 2003 – è una di quelle che vale la pena tenere viva. Una vita dedicata allo studio e all’impegno per riaffermare la legalità nei territori inquinati dal malaffare e dalla mafia. Nell’Agrigentino l’attività più corposa del giudice castelvetranese, impegnato come pubblica accusa della Direzione distrettuale antimafia nel processo “Akragas” con i boss arrestati e finiti davanti a un Tribunale. L’attività di Crescente ha lasciato traccia in quei territori e non c’è persona perbene che non lo ricorda: uomo mite e semplice. Ora, dopo che a Porto Empedocle gli è stata intitolata una villa e ad Agrigento l’aula del Consorzio universitario e una via, anche nel piccolo Comune di Comitini gli intitoleranno l’auditorium del centro direzionale: la cerimonia avverrà sabato 22 marzo, ore 10. Un altro segno-testimonianza per mantenere viva la memoria del giudice.
Luca Crescente ha conosciuto bene la mafia agrigentina: le inchieste, i processi e l’ultimo atto prima di morire: la richiesta di arresto per 8 dei 44 poi condannati per il sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, e tra questi anche Matteo Messina Denaro. Nonostante vivesse a Palermo con la sua città d’origine, Castelvetrano, Crescente non ha perso mai il legame. C’erano i genitori ma anche i compagni di una volta e il mare di Selinunte. Nel 2010 – sindaco Gianni Pompeo – a Crescente gli è stato intitolato il piazzale di fronte l’ex Pretura, in via Sardegna. Nel 2023, presso l’istituto comprensivo “Giuseppe Di Matteo” la moglie Milena Marino ha raccontato ai bambini chi era suo marito. L’ultimo progetto legalità nelle scuole superiori della città per ricordarlo risaliva a più di dieci anni addietro. Poi nelle scuole di Castelvetrano la figura di questo giudice è passata sottotono. Sino a due anni quando si è tornati a parlarne.