Si tratta di una di quelle configurazioni molto ma molto insidiose per le estreme regioni meridionali. Quando l’alta pressione si corica lungo i paralleli europei, lasciando scoperto i mari meridionali alle influenze tra masse d’aria dalle caratteristiche diverse, le estreme regioni meridionali rischiano di assistere a fasi di maltempo piuttosto intenso.
Cosa accade? Il getto polare sprofonda nel cuore del continente africano stuzzicando la risalita del ramo sub tropicale. La Catena dell’Atlante blocca l’aria fredda da nord producendo anche una anomalia termica positiva nei bassi strati. Trasportato poi dal vento quota, il vortice raggiunge il mare ove si approfondisce.
Questa situazione è in genere associata ad eventi precipitativi intensi, sopratutto sui settori ove l’instabilità condizione viene rilasciata. Il vortice poi è previsto muoversi verso Est-Nord-Est piuttosto lentamente per cui sarebbe importante monitoralo subito dopo la chiusura dell’onda per vedere se degenererà in ciclone mediterraneo.
Forti temporali e grandine
Oltre alle piogge indotte dall’effetto orografico per la nuvolosità in prevalenza stratiforme di cui si compone il fronte, si dovranno fare i conti con nubi a forte sviluppo verticale. In genere queste sono nel settore caldo, o meglio poco innanzi al fronte freddo e laddove massima sarà la confluenza tra la lingua molto umida del low level jet e l’aria più secca che discende dalle alte quote troposferiche.
Da notare come lo sviluppo delle celle avvenga in un ambiente caratterizzato da uno shear del vento moderato e questo suggerisce che non solo i temporali potranno avere base rotante ma anche raggrupparsi lungo una linea convettiva che dallo Ionio risalirà a ventaglio verso la Calabria e la Sicilia. Ma con l’avvezione di vorticità positiva, appare anche possibile lo sviluppo di sistemi a mesoscala a lenta evoluzione. Stante il valore dell’elicità sino a 250 m2/s2 i temporali saranno capaci di produrre forti grandinate e raffiche di vento.
autore. Francesco Nucera
fonte. 3bmeteo.com