Gentilissime lettrici e affettuosissimi lettori,
eccomi di nuovo a voi per esprimervi quanto sia significativo il vostro sostegno. E’ da quando vi ho raccontato del colloquio con il Santo Patrono che non ho più pace. Anche perché gli “pseudo devoti” mi hanno dato conferma di avere “il carbone bagnato”. Se così non fosse, si sarebbero limitati a riderci sopra, come la maggior parte di voi. Invece, minacce -per un’Agave che secca- o vane scuse, confermanti, di fatto, l’antico detto latino, secondo cui, “excusatio non petita, accusatio manifesta”. Per non parlare di chi, affermando di non aver “nulla da nascondere né da mistificare”, indica altri obiettivi al solo scopo di farmi volgere lo sguardo altrove. Tutto ciò mi stuzzica a sondare ulteriori “fatti e misfatti” degli ultimi dieci anni.
Tutti rammenterete che San Giovanni mi aveva invitato ad incontrarlo nuovamente e, qualche giorno fa, sono andato a trovarlo, come da lui richiesto, in Chiesa.
In un silenzio onirico sento tuonare la voce del Santo: “Giovanni mio, non hai passato certo giorni felici dopo che hai raccontato del nostro incontro”. Ed io: “San Giovannuzzu, che fai, mi segui?”. “Caro ragioniere, se non vado errato, così si rivolge a te ‘Rita vedova’. Io so tutto ciò che accade in città. Non a caso sono ancora il Santo Patrono. E la solidarietà umana che il dirigente Fiordaliso esprime, via facebook, per “un attacco infamante nei confronti dell’ass. Centonze e del prof. Francesco Calcara, due noti galantuomini impegnati attivamente a favore della cosa pubblica”, mi fa sorridere … Giovanni, devi sapere che in Sicilia, nel 1860, il ceto che appoggiò Garibaldi contro i Borboni e favorì i Savoia fu il ceto della piccola borghesia nascente. Non una borghesia industriale o imprenditoriale, ma una borghesia frutto del furto, che si era impadronita di quella fascia sociale che possiamo definire ‘dei professionisti’: notai, avvocati, medici, professori, eccetera.
Il Santo Patrono, puntualizzando che non vi sono motivi di querela, in quanto “ciò che è nullo, non produce effetto”, mi richiama al ruolo di giornalista e così: “San Giovanni, certo che mi sono documentato! Intanto, più che due numeri su tre, anche l’indirizzo, che è impresso sul sito www.corteosantaritacastelvetrano.it, appartiene all’abitazione della famiglia Centonze. Inoltre, non esiste solo il Comitato Organizzatore del Corteo Storico di Santa Rita e il Centro Studi su gli usi, costumi e tradizioni medievali “Gennaro Bottone” ma sussiste anche l’associazione culturale Corteo Storico di S. Rita da Castelvetrano e tutti hanno sede in casa Centonze. E poi la sorella, quando aveva quell’associazione non ha preso solo quel contributo. So solo …”.
“Giovanni, errare humanum est, perseverare diabolicum. E prima che ti metti le mani nei capelli …”. “Santo Patrono, ma vuoi fare uscire il senno con tutti questi termini latini?”. “Pazienza, Giovanni! Se non mi avessi interrotto … Ti stavo dicendo che sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Tu, caro Giovanni, non sei immune da questi sbagli, anche tu in passato sei stato amministratore, ma quanto meno, a memoria, non ricordo che in mio nome mettevi mani in pasta. Anzi a pensarci bene, non hai avuto alcuna tentazione, perché ai tempi la mia Chiesa era chiusa per restauri e la festa civica in mio onore era andata a farsi benedire … Una volta all’anno è lecito fare pazzie, ma lasciarli liberi di operare tutto l’anno per tutti questi anni, allora Giovanni lasciamelo dire, tempus regit actum! E se il tempo regola l’atto, allora è anche corretta l’affermazione di qualche cittadino quando vocifera che non si può non dare contributi agli organizzatori del Corteo Storico di Santa Rita, perché questi portano turisti. Mi sa tanto di pensiero machiavellico: “il fine giustifica i mezzi” e tutti dobbiamo comportarci come le tre scimmiette: “non vedo, non sento, non parlo”.
Beati coloro che hanno un solo occhio in una terra di ciechi. E non do torto nemmeno all’Assessore Nino Centonze quando scrive: “ … non ho mai fatto nulla che i cittadini non sappiano e condividano! …”. Sì, Giovanni, scrive la verità. E talmente tutto nero su bianco, anzi è talmente naturale quello che fa, che non ha nemmeno la decenza di assentarsi quando si delibera su i suoi amici e parenti. Ma non sono d’accordo con lui e su quattro amici suoi quando parlano di sdegno nei miei confronti essendo “una cosa indegna entrare sul piano dei sentimenti e degli affetti per speculazione politica”. E’ semplice, caro Giovanni, offuscare la mente altrui, limitandosi ad un solo passaggio di tutto ciò che ti ho raccontato nel precedente numero. Quasi, quasi, il Nino Centonze è una vittima di attacchi personali. Non ricordo di averti parlato di vita privata, di quante ragazze lo abbiano lasciato. Ognuno, ahimè, ha la sua croce, ma di una storia pubblica, che ancora oggi circola sui siti dei quotidiani nazionali, come il Corriere della Sera, la Repubblica, ecc. Piuttosto, il limitarsi al vittimismo degli attacchi personali è solo per distogliere i castelvetranesi e gli stessi figuranti, che lo sottolineo sono le vere vittime, da quali e quanti svariati contributi questi signori hanno e continuano a sfilare alla Città in nome di Santa Rita. Forse, forse, il direttore artistico del Teatro Selinus involontariamente si è ispirato a loro, dedicando la Stagione di prosa alle quattro stagioni. Non credo proprio che pensasse a Vivaldi. E poi rendicontando il clima degli ultimi nove anni da direttore artistico, il saggio Bonagiuso in un articolo di cultura dal titolo “Signori, sipario …” scrive: “… non rubo per vocazione …”. “San Giovannuzzu, ti chiedo scusa, finora non ti ho interrotto, ma il Bonagiuso è uno dei nomi sul quale mi avevano detto di puntare il dito …”.
In quel preciso istante, ad effetto moviola, mi ritorna in mente il colloquio avuto in piazza Matteotti con la signora Anna, e subito: “Santo Patrono, io avevo provato a chiederle un’intervista, ma prima mi aveva detto va bene e poi in facebook mi ha scritto: “ le faccio una proposta: rimandiamo ogni intervista a campagna elettorale conclusa e a sindaco eletto, così potrà dimostrarmi il suo interesse puramente giornalistico e non elettorale”. Il Santo prima mi guarda cupo e poi sbotta in una ironica risata che riecheggia come un tuono a ciel sereno in quella enorme Chiesa, e mi risponde: “ Giovanni! … Ah! Ah! Ah! … Scusami se continuo a ridere a crepapelle, ma, a quel colloquio con la dottoressa, ti sei presentato con il mio fac-simile votivo?”. Ed io con lo sguardo sopracigliato di chi non comprende più di avere davanti il Giusto: “Santo Patrono! Ma chi sei il giaguaro o l’amico del giaguaro!”. E vi giuro che in quel preciso momento volevo rimangiarmi tutto, pensando di aver rovinato la bella amicizia che si era creata, ma subito la sua voce mi rincuora: “Direttore, tu hai poca pazienza! Sei sempre pronto ad aggredire! Voglio solamente precisare che il mio sfogo non è una campagna elettorale, ma il frutto di chi è stanco di far subire alla propria città questo finto interesse puramente ieratico.
Il loro è il comportamento di una casta che attecchisce come la gramigna. Di una casta che istiga alla cecità. La cecità … cui molte persone in perfetta buona fede non si rendono conto di alimentare. E poi io non ho la pretesa di ergermi ad affermare “Io sono Rita”. Direttore, riferisci a quel diplomatico e agli amici suoi, che esprimono solidarietà a questi galantuomini, che prima di associarsi “nella condanna di simile ciarpame giornalistico indegno di una città civile come Castelvetrano” devono chiedersi se è corretto che, tra feste e fistini, si siano rastrellati circa ottocento mila euro, euro più, euro meno, se è plausibile farlo in nome della Chiesa e dei Santi, se è dignitoso operare in conflitto d’interesse.
E, a proposito di conflitto di interesse, che dire dell’ex vicesindaco Calcara, che ha avuto la brillante idea di deliberare, in modo diretto e senza gara, la spesa di €. 16.000,00 per la stampa e la promozione di un libro di cui lui stesso è autore? Chi, allora, deve vergognarsi? Caro Giovanni, adesso devo lasciarti, ma ci rivedremo sicuramente all’anno nuovo e vorrei augurare a te e a tutti i castelvetranesi che il 2012 porti a questa città una ventata di aria pulita, dove gli “indigniti” si ravvedano seriamente, perché non è l’andare in Chiesa e battersi il petto che li rende più puri o il partecipare ai “Cortei della legalità” che li rende più onorabili. Et benedictio descendat super vos et maneat semper”.
Giovanni Nastasi
per altamareaweb.it
View Comments
e la situazione economica e sociale di castelvetrano non è cambata da 150 anni. siamo alle solite...fa politica solo chi ha i soldi e chi si fa un mazzo cosi' o vuole partecipare alla vita politica ,è visto come un marziano..da anni abbiamo le stesse facce e le stesse ideologie, cambia la pentola, ma non il sugo..chi accusa poi si tira indietro, vedi la titone... almeno avesse detto quali scheletri avesse il vicesindaco.. invece nulla...la calunnia non è un venticello, ma solo tempeste in un bicchiere ...ancora non vedo uno stracceto di programma elettorale...per quanto riguarda i santi, vorrei parlare di santa lucia... ma lascio perdere..forse è lei che semina zizzania..con gli insulti che ha ricevuto dai castelvetranesi, non li puo'soffrire e digerire..