Sempre più forti si fanno le polemiche intorno alle probabili scelte energetiche per ovviare al prezzo del petrolio che ormai sembra continuerà inesorabile la sua corsa verso l’alto mettendo in crisi il sistema italiano e non solo.
Sempre più forti si fanno anche le voci intorno alla probabile scelta da parte del governo, su un ritorno al nucleare..
Nessuno fino ad oggi ha preso in considerazione la volontà del popolo sovrano che nel lontano 1987 si schierò tramite referendum contro l’uso dell’energia proveniente dalla fissione controllata dell’atomo (come si schierò in seguito anche contro il finanziamento pubblico dei partiti, ma di questa sua volontà ne è stata già fatta carta straccia), in seguito all’esito referendario furono fatte fermare le centrali già esistenti e non come successo in situazioni simili in altri paesi, portare ciò che già esisteva al termine della propria vita operativa, triplicando i prezzi e la contaminazione ambientale.
Allora si optò per un sistema alimentato dai combustibili fossili il cui prezzo è soggetto agli umori altalenanti del mercato degli arabi in primo luogo, degli speculatori, dei petrolieri, dello stato e di un sacco di altra gente pronta ad aumentare i prezzi al minimo inghippo internazionale ma mai ad abbassarli, però in seguito aderimmo al protocollo di Kyoto! Come si fa ad aderire ad un protocollo che limita le emissioni di Co2 nell’atmosfera se non si porta avanti nessuna politica di energia alternativa? Riducendo il progresso e limitando il benessere dei cittadini? Ovvio non fattibile!! Non si può tornare al medioevo!! E allora? Ricorriamo all’eolico o al solare!
No, Pecoraro Scanio non vuole e con lui tutti i presunti ambientalisti che sostengono che gli impianti deturpano il paesaggio, per questi signori sicuramente è meglio una bella centrale a carbone con le sue ciminiere ed il suo fantastico e coreografico fumo nero che sale verso il limpido cielo azzurro del bel paese? Ma per caso non deturpano il paesaggio anche i ripetitori televisivi, gli elettrodotti, i gasdotti, gli oleodotti, le autostrade con i viadotti ed ancora un sacco di altre fantastiche strutture, visibili a svariati chilometri di distanza? Ma per queste strutture nessuno si mette in campo per contestarne l’impatto paesaggistico! Come mai?
Cerchiamo ripiego nelle biomasse e allora ecco venir fuori le voci secondo le quali i biocombustibili detraggono terreno prezioso a colture importanti per l’alimentazione umana non ricordando di fatto che ogni anno all’interno dell’unione europea svariate tonnellate di prodotti agro alimentari a causa della sovrapproduzione vengono distrutte per tenere alto il prezzo di mercato, ma allora perché non convertire i tanti ettari di colture i cui prodotti vengono distrutti in terreni ad esempio per produzione di colza ? La colza infondo è una pianta che si adatta bene sia a climi freddi che di tipo mediterraneo, con necessità di limitate quantità di fitofarmaci al contrario di quanto avviene invece per altre colture. Perché ancora non destinare alla produzione di colture per biocarburanti tutti gli ettari che risultano incolti per mancanza di adeguate politiche agricole?
Perché infine non eliminare le accise sui carburanti biologici incoraggiando di fatto l’impiego su larga scala di tali prodotti?
Torniamo ancora una volta ad analizzare la produzione di energia tramite la fissione dell’atomo, il costo per la produzione del chilowatt risulta in un primo momento competitivo non tenendo conto però di diversi fattori come ad esempio i costi di costruzione della centrale e quelli di dismissione al termine della vita operativa, non tenendo conto del fatto che al contrario di una centrale termoelettrica tradizionale che può essere disattivata allorquando scende la domanda di energia, quella termonucleare deve necessariamente andare sempre e costantemente al 100% della sua potenza (tranne in casi di emergenza in cui il reattore può essere fermato tramite l’abbassamento di apposite barre di grafite che bloccano la reazione in tempi non certo rapidi) con inutile spreco dell’energia prodotta e non consumata, non tenendo neanche conto degli enormi costi per la produzione dell’uranio fissile derivato da quello naturale i cui giacimenti sono sempre più rari (la Francia ad esempio per sopperire utilizza da qualche anno il combustibile nucleare prelevato dallo smantellamento delle testate atomiche, e poi?!) non tenendo conto dei costi di stoccaggio delle scorie i cui isotopi hanno tempi di decadimento di migliaia di anni, non considerando neanche gli eventuali costi in termini di vite umane in caso di eventuale incidente.
Si dice che il nucleare di oggi sia più sicuro di quello di Chernobyl, che esistono reattori di terza o quarta generazione con margini di sicurezza impensabili fino a pochi anni addietro. Attenzione però, perché stiamo parlando di maggiore sicurezza ma non di sicurezza assoluta al 100%, fino ad oggi nessun fisico e nessun tecnico sono venuti a garantire all’opinione pubblica una sicurezza totale, ma anche se così fosse in linea teorica, chi ci garantirebbe che sono stati rispettati i parametri di costruzione? Non dimentichiamo ad esempio che anche il tristemente famoso Titanic era inaffondabile, ma l’uso di materiali scadenti ne ha firmato la sua condanna a morte nel corso del suo viaggio inaugurale e similmente al famoso transatlantico si potrebbero citare decine di casi di opere nel nostro bel paese costruite con criteri simili.
E’ altrettanto vero che l’Italia con il bando dell’energia nucleare non ha risolto nessun problema dato che, come tutti sappiamo, non solo nel mondo sono state costruite nel frattempo decine di centrali che negli anni a venire potrebbero dare anche impulso ad un riarmo atomico visto che paesi in via di sviluppo come India, Pakistan, Corea del Nord ed Iran hanno dato già dato il via alla procedura per la costruzione di testate termonucleari, ma anche ci siamo trovati circondati soprattutto dal versante francese da svariate centrali a fissione che in caso di incidente inonderebbero il nostro territorio nazionale di isotopi radioattivi!
L’Italia però potrebbe una volta tanto fungere da fanale guida sperimentando su larga scala tutte le fonti alternative rinnovabili, basterebbe solo un po’ di buonsenso e di risorse da devolvere per la ricerca.
Il nucleare costituisce le colonne d’Ercole per l’uomo moderno, una barriera che al momento sarebbe meglio non cercare di superare anche perché il nostro pianeta ci ha messo a disposizione una miriade di fonti di energia alternativa, abbiamo già pagato a caro prezzo il giocare con l’atomo e pagheremo un tributo ancora più alto continuando a sfruttare le fonti fossili che già hanno regalato malanni al nostro fisico e al nostro pianeta.
“La Terra non ci è stata lasciata in eredità dai nostri avi, ma in prestito dai nostri figli” riflettiamo prima di agire.
(Filippo Marino)
AUTORE. Filippo Marino