Arrestato Giuseppe Grigoli, il cassiere del boss Messina Denaro

Lo slogan nel nuovo centro commerciale di Castelvetrano preannunciava negli scorsi mesi, quanto sarebbe accaduto nella mattina di oggi: “Belicittà, più di quanto ti aspetti“.

Con l’accusa di concorso in associazione mafiosa è finito in carcere poche ore fa Giuseppe Grigoli, 58 anni, imprenditore di Castelvetrano: per la Procura antimafia di Palermo la sua società, la “Gruppo 6 G.D.O. srl” è la capofila di interessi mafiosi che portano a Matteo Messina Denaro (pure lui destinatario dell’ordine di custodia cautelare). I pm antimafia hanno iniziato a ricostruire i rapporti illeciti che ci sarebbero tra i due concittadini, Grigoli e Matteo Messina Denaro, partendo dai “pizzini” che il quarantenne latitante scriveva a Bernardo Provenzano.

Grazie all’alleanza di ferro con Messina Denaro, sostiene chi indaga, Grigoli avrebbe potuto espandere passo dopo passo l’impero economico della “Gruppo 6 G.D.O. srl” da Castelvetrano fino a tutta la provincia di Trapani e a gran parte delle confinanti province di Palermo e Agrigento. Un potere di condizionamento enorme, sostengono i pm che hanno condotto l’inchiesta, Roberto Piscitello, Costantino De Robbio, Michele Prestipino e Marzia Sabella, coordinati dagli aggiunti Roberto Scarpinato e Giuseppe Pignatone.

Un potere sempre più forte che avrebbe addirittura portato Matteo Messina Denaro, lo si legge in uno dei suoi ultimi “pizzini” inviati a Provenzano prima che questi venisse catturato, a insistere presso il “capo dei capi” perché gli fornisse un nome di un suo fedelissimo per poter rilevare un punto vendita con l’insegna della Despar anche a Corleone. Un supermarket a pochi passi dal covo in cui Provenzano ha condotto i suoi ultimi mesi di latitanza e che il cognato del boss, Filippo Guttadauro, avrebbe potuto gestire in prima persona .

Agli atti della Procura antimafia ci sono anche i “pizzini” in cui Matteo Messina Denaro spiega a Provenzano di aver sempre avuto il via libera dei “colleghi” di Agrigento per espandere il proprio giro d’affari legato ai supermercati, ma di aver avuto un intoppo con alcuni boss emergenti che pretendevano da Grigoli il pagamento del pizzo. A questo punto, ha raccontato il “pentito” Maurizio Di Gati, ad Agrigento arrivò un “pizzino” di Provenzano il quale decretava che “Messina Denaro e Grigoli sono la stessa cosa”: il che voleva dire che non si poteva pretendere il “pizzo” dal socio di un superlatitante.

L’inchiesta che ha portato all’arresto è stata condotta dalla Dia (che ha sequestrato la società con un capitale sociale di 12.500.000 euro) dallo Sco della polizia, dalla Squadra mobile di Palermo e di Trapani.
“Come emerge dalle lettere di Provenzano e Messina Denaro e dalle indagini” spiega il dirigente della Squadra mobile di Trapani, Giuseppe Linares, “Grigoli è un imprenditore che da estorto diventa soggetto che crea ricchezza per conto di Cosa nostra. E’ il modello di imprenditore che la nuova svolta di Confindustria deve puntare a isolare”.

Nell’operazione della Dda di Palermo, sono stati sequestrati beni aziendali e disponibilità finanziarie per oltre duecento milioni di euro.


Le dichiarazioni del sindaco di Castelvetrano

“Sono contento che si stringano le maglie attorno alla figura del latitante Matteo Messina Denaro tagliando la rete di collaborazionismo e di protettorato che ne ha favorito la latitanza- afferma il sindaco- ribadisco la piena fiducia nel lavoro della magistratura con l’auspicio che si possa far luce pienamente sulla vicenda.”
Il sindaco inoltre rifiuta sdegnosamente il marchio di “città degli affari” che certa stampa ha voluto attribuire : “Abbiamo improntato da sempre la nostra attività amministrativa seguendo il solco della legalità e mi rifiuto di credere che non esistano forze imprenditoriali sane e che nulla hanno da spartire con la criminalità organizzata la mia fede cristiana fa si che quotidianamente io alimenti non solo la speranza, ma anche la ferma convinzione che il nostro territorio sia ricco di forze positive, e di imprenditori onesti che con il loro duro lavoro consentono la crescita dell’economia locale”.

Ecco la news su SkyTG24 con il video dell’arresto



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