Dalle indagini, è poi emerso che la Opere gestiva un vero e proprio “giro” di prostitute, che le costringeva a “lavorare” sulla strada che da Castelvetrano porta a Mazara del Vallo, picchiandole e provocando loro lesioni anche gravi. La donna minacciava le ragazze dicendo loro che per “liberarsi”, e recuperare il loro passaporto, dovevano pagare la cifra di 70.000 euro. I carabinieri hanno affidato le donne sfuggite al racket ad alcune associazioni in grado di offrire loro una possibilità di reinserimento sociale. Nel blitz 5 nigeriane e liberiane, clandestine, sono state espulse.