Due sorelle di Castelvetrano, C.D.M., 76 anni e A.D.M., 67 anni, sono state assolte (con la formula «perché il fatto non costituisce reato») dal giudice monocratico del Tribunale di Marsala Annalisa Amato dall’accusa di impossessamento illecito di beni culturali dello Stato. Le due donne, difese dall’avvocato Ignazio Cardinale, erano state accusate perché la Guardia di Finanza trovò in un loro terreno di Triscina 3 rocchi di colonna tufacea e una lastra contenente una epigrafe funeraria con una scritta greco-arcaica, appartenente alla Necropoli di Selinunte. «Beni di eccezionale valore storico» li ha definiti l’archeologa Rossella Giglio interpellata dal Tribunale. L’indagine partì da una lettera anonima del 2016: i finanziari sequestrarono i reperti archeologici che si trovavano nel terreno delle due sorelle, finite sotto processo. L’avvocato Cardinale ha dimostrato, durante il dibattimento, la non consapevolezza da parte delle sue assistite del valore dei tre reperti che si trovavano nel loro terreno.