grasso-grilloIl presidente del senato è Pietro Grasso. Senza i voti di parte dei senatori del Movimento 5 Stelle, avremmo avuto Schifani.

Ma chi è Renato Schifani?
Ha sempre frequentato delle personcine a modo. E’ stato socio di gente condannata per concorso esterno in associazione mafiosa, di gente rinviata a giudizio per usura ed estorsione, di gente che amministrava le società dei cugini Salvo di Salemi. Un doposcuola che ha dato buoni frutti: anche lui è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Evidentemente è uno che apprende. E Berlusconi, per evitargli il salto di qualità da indagato a condannato, ha pensato di candidarlo come presidente del Senato.

E chi è Pietro Grasso?
Pietro Grasso è diventato Procuratore Nazionale Antimafia grazie alle leggi “contra personam” di Berlusconi, fatte apposta per impedire la nomina di Giancarlo Caselli.  Grasso, ovviamente, non mancò di ringraziarlo dicendo che il governo Berlusconi si sarebbe meritata una medaglia d’oro per l’impegno nel combattere la mafia.

Il M5S si è riunito, ha discusso e a maggioranza ha deciso la propria espressione di voto: scheda bianca. Al momento opportuno però una parte dei grillini ha votato Grasso.
Ovviamente Beppe Grillo la cosa non è piaciuta. Ha gridato al tradimento, ricordando che nel codice di comportamento sottoscritto liberamente da tutti i candidati c’è scritto chiaramente che le votazioni in aula vengono decise a maggioranza dai parlamentari del movimento.

Coloro che hanno votato in modo difforme, avrebbero quindi disatteso un contratto, mancando di rispetto agli elettori.
Il voto non allineato, che è stato letto come uno slancio di autonomia contro una democrazia interna inesistente, aveva invece un’identità fortemente antidemocratica, aggirando di fatto la decisione presa dalla maggioranza.
Grillo scrive sul suo blog che “La scelta tra Schifani e Grasso era una scelta impossibile. Si trattava di decidere tra la peste bubbonica e un forte raffreddore”. Però da un forte raffreddore si guarisce. E se l’alternativa era quella di beccarsi la peste bubbonica, forse nei dissidenti è prevalso l’istinto di conservazione.

Ma cosa sarebbe successo se il M5S avesse votato con compattezza Pietro Grasso?
Sarebbe passato il messaggio che Grillo è di centrosinistra, anzi, di “quel” centrosinistra ormai odiato dagli stessi delusi del Pd che avevano votato il M5S. A quel punto i delusi del Pd avrebbero odiato anche Grillo.
Ma nel movimento non ci sono solo i delusi del centrosinistra, ci sono anche i delusi del centrodestra. Questi ultimi non avrebbero certo visto di buon occhio questa nuova anima rossa. Senza contare anche i delusi degli altri partiti, oltre all’elevato numero di elettori che del movimento ha recepito soltanto lo slogan del tutti a casa.

In caso di ritorno alle urne, forse  il consenso al movimento sarebbe sceso sotto le scarpe.

Egidio Morici
www.500firme.it
e.morici@alice.it

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