[di Tommaso Bertolino] Il caso 6 Gdo e le vicende relative allo scioglimento del Consiglio comunale nel marzo del 2016 dimostrano forse che Castelvetrano non appartiene ai suoi abitanti.
Nel primo caso, infatti, una delle più grosse realtà economiche del paese operante nel settore della distribuzione nella quale lavoravano centinaia di famiglie è passata nella diretta disponibilità dello Stato. Nel secondo caso invece, seppur legato a dinamiche diverse, il consiglio comunale eletto ed autoscioltosi nel marzo 2016 ha lasciato il passo alla commissione Prefettizia che con i poteri dello Stato è stata chiamata ad esercitare la propria “governance“ sulla città di Castelvetrano.
Dietro questi fatti appare, in maniera diretta o indiretta, il nome di Matteo Messina Denaro ritenuto ai vertici di Cosa Nostra e uno dei superlatitanti più ricercati in Italia e nel mondo.
Lo Stato nell’ambito della Sua giusta e legittima azione di contrasto al fenomeno mafioso ha prima tolto la proprietà dell’azienda e, nel giugno del 2017, a pochi giorni dalle elezioni amministrative dell’11 giugno 2017, ha sciolto per infiltrazioni mafiose il comune di Castelvetrano inibendo il diritto di voto ai castelvetranesi.
Nulla da dire sulle motivazioni e sui contenuti del provvedimento posto a carico del comune ma resta il fatto che lo Stato, quello in cui vorremmo ancora credere, deve fare l’interesse del cittadino e rispondere alle esigenze di sviluppo e di crescita della città. Parliamo, per meglio intenderci, della stessa città che ha dato i natali al superlatitante M. Messina Denaro, città che ha vissuto e continua a vivere il dramma quotidiano di una perdurante e asfittica crisi economica che pian piano ha divorato l’intero territorio al punto da far pensare, a chi la crisi la vive sulla propria pelle, che “quelle aziende” oggi sottratte alla mafia, davano lavoro ….. punto! e che da quando lo Stato ne ha assunto il controllo sono FALLITE, buttando per strada e nella totale disperazione centinaia di famiglie ancora oggi disoccupate. In verità la situazione é molto più complessa ma, purtroppo, è così che viene percepita o rischia di esserlo!
In siffatta situazione e al di là delle cause effettive, il dato che rischia erroneamente di passare ancora una volta, è che la MAFIA assicura un “Welfare” che lo STATO non sa garantire.
E allora perché non dedicare la giusta attenzione ad una comunità che scivola sempre più verso il degrado sociale e la povertà diffusa? …… non è forse risaputo, che è nelle fasce più deboli e degradate della società che la criminalità organizzata trova la sua forza?
E’ necessario uno Stato che, scevro da condizionamenti politici, venga in soccorso nel processo di qualificazione e di rinascita economica-culturale; vogliamo uno Stato presente che ci liberi dal drammatico problema della spazzatura; vogliamo che la nostra città possa continuare ad essere conosciuta in tutto il mondo come la “città dei Templi, degli ulivi e del pane nero”, e non come uno dei “più grossi regali” che la mafia potrebbe ricevere da quello Stato che almeno nelle intenzioni voleva combatterla!
Vogliamo per farla breve uno STATO che possa restituire, con fatti e azioni concrete, la serenità e la dignità ai tanti ex lavoratori del Gruppo 6 Gdo di Castelvetrano rimasti senza lavoro e forse senza nessuna speranza.
Vogliamo un nuovo modello urbano di città e con esso la ri-costruzione di una Castelvetrano che appartenga a questo Stato!!!
F.to: Tommaso BERTOLINO ( ex consigliere comunale )
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Egregio sig. Bertolino,
sono un ex dipendente di Special Fruit, azienda orbitante della gruppo 6 gdo e non posso che concordare in pieno con lei sugli argomenti trattati. Cosa ancora più grave è che non solo siamo stati buttati in mezzo ad una strada ma dimenticati in tutto e per tutto. E' vero, oggi posso dire che a prescindere chi fosse e da chi venisse diretto l'imprenditore della gdo, era e rimarrà per me sempre una brava e degna persona, amata e mai dimenticata, persona che ha dato lavoro a Castelvetrano ed ai castelvetranesi sopratutto. Aziende edilizie, meccanici, rivenditori, elettricisti...tutti ne traevano benificio. Non è rimasto più nulla anzi, se passo davanti alla sede della gdo mi debbo girare dall'altra parte perchè è uno scempio. Azienda distrutta, Castelvetrano MORTO, castelvetranesi ed ex dipendenti che non sanno più se mangiare o pagare le tasse perchè non ce la fanno più.Per quanto sono un castelvetranese accanito, se oggi mi dovesse arrivare un'offerta di lavoro dal nord o dall'estero non perderei neanche un minuto per partire perchè ho una famiglia da SFAMARE.
Grazie e Buon Anno a tutti se così si può dire.
Solo in pochi si ricordano degli ex lavoratori g6 e specialfruit. Bisogna dare merito a chi, come il Sig. Bertolino, spende qualche parola per questa vicenda che aime non arriverà mai ad una soluzione concreta. Tutti ci hanno abbandonato e nessuno vuole sentire parlare della g6. Le istituzioni sono totalmente assenti. I locali della g6 sono in uno stato di totale abbandono, è diventato una discarica a cielo aperto. Non parliamo poi di tutti i macchinari abbandonati "frigoriferi, generatori corrente celle frigoriferi ecc.",del valore di centinaia di migliaia di euro. Noi chiediamo allo stato se questo è logico e se c'è la possibilità di vedere dietro le sbarre chi ha causato tutto questo distruggendo l'economia del paese.
Sul caso 6Gdo Srl: L’ammontare del danno economico registratosi nel paese dal 2008 ad oggi assomiglia a qualcosa come circa 4 milioni e duecentomila euro l’anno in meno di “moneta circolante” nel territorio per mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori del Gruppo 6Gdo ed indotto, con conseguenti e rilevanti perdite degli incassi comunali per la riscossione dei tributi locali.
Nell’esposto avanzato dai 64 ex Dipendenti del Gruppo 6GDO di Castelvetrano sono evincibili elementi tali da far ravvisare nella condotta degli Organi Sociali nominati dal Tribunale di Palermo, gravi inadempienze e condotte di “mala gestio” che potrebbero essere in diretta correlazione causale con il fallimento dell'azienda.
E infatti nei sette anni di sciagurata amministrazione giudiziaria è notoriamente aumentato l’indebitamento e aggravatosi lo squilibrio finanziario che ha portato l’azienda castelvetranese al tracollo, mettendo in seria difficoltà circa 500 dipendenti che da anni hanno lavorato onestamente per “portare un pezzo di pane a casa”.