[di Antonio Colaci] A distanza di 3 giorni dall’Assemblea aperta di domenica 1° ottobre al Cine-Teatro Marconi, indetta dal Comitato “Orgoglio Castelvetranese” sul tema della difesa dell’integrità operativa del locale ospedale, arriva puntuale l’articolo del collega Egidio Morici.

Alla sua redazione sarà inviata una nota di disappunto sottoscritta dal Comitato per l’accanimento mediatico di questo giornalista nei confronti di chi sta cercando, spontaneamente e secondo fini assolutamente trasparenti, di adoperarsi in sintonia con le istituzioni per agevolare la ripresa socio economica della città.

Non è la prima volta e, in mancanza di seri provvedimenti da parte della direzione di TP24, non sarà nemmeno l’ultima, che Egidio Morici fa apparire in maniera evidente dai suoi scritti, la personale ed ingiustificata avversione nei confronti del Comitato.

La sua mancanza di obiettività e di etica giornalistica nel riferire quanto riguarda la azioni del Comitato appare evidente, per esempio, dall’aver messo in grassetto che il luogo dove si è svolta l’Assemblea non è stato da lui citato come il Cine-Teatro Marconi ma il cinema di Antonio Vaccarino; ed ha anche il coraggio, proprio lui, di parlare di “status persecutorio”? Ridicolo!

Il Comitato ha ritenuto di chiedere la disponibilità del “Marconi” naturalmente solo per fatti operativi ed il sottoscritto Antonio Colaci ha ringraziato pubblicamente l’Ing. Salvatore Vaccarino per la sua disponibilità, che è stata assicurata anche per le altre occasioni in cui il Comitato avrà necessità di trattare argomenti di pubblico interesse. Ma anche in questo il buon (?) Morici ci vede l’opportunità di accostare il Comitato a non si sa che cosa.

Ma leggiamo i seguenti passaggi del suo articolo:

  • “in realtà il rapporto tra il Comitato Orgoglio Castelvetranese e le associazioni non è stato mai lineare. All’inizio, infatti, il Comitato era nato come un insieme di Associazioni….”;

Falso! Il Comitato si è costituito dopo che proprio io, Antonio Colaci, che poi ne sono stato eletto presidente, ha richiesto ed ottenuto dai partecipanti alle prime riunioni, di tenere fuori dal Comitato le associazioni, per non rischiare di doverne importare, di alcune di loro, le fumose origini, le lacune operative, le litigiosità interne; su questo principio i soci fondatori hanno sottoscritto l’atto costitutivo; ciò non esclude, non ha mai escluso, che le associazioni ed i cittadini tutti fossero invitati a partecipare liberamente alle azioni sociali del Comitato. Così come è stato sulla battaglia per l’ospedale che è stata condivisa da circa 7.000 abitanti della Valle del Belice che hanno apposto la loro firma sui registri proposti dal Comitato;

  • “infine, la maggior parte di coloro che appartenevano alle associazioni, si sono allontanati”

Falso! L’atto costitutivo è stato sottoscritto da 18 soci fondatori e 18 soci sono attivi in questo momento; tutti i soci aderiscono ad associazioni anche facendone parte come componenti di consigli direttivi;

  • e se non ci sono le associazioni, all’assemblea di domenica scorsa c’era la telecamera del Partito Radicale, grazie alla tessera dell’avvocato Franco Messina…..”;

Falso! La telecamera del Partito Radicale c’era così come c’erano altri rappresentanti della stampa, così come tanti altri, anche di testate nazionali, avrebbero dovuto esserci perché invitati; ma assenti perché le azioni del Comitato al momento risultano essere troppo equilibrate, etiche e civili per destare l’attenzione di chi guarda a Castelvetrano, giornalisticamente parlando, con il paraocchi che restringe la visione ai soli fatti di mafia ed antimafia, le due parti in lotta che hanno fatto di questa città il loro primo campo di battaglia e l’unico argomento di cui, così appare, si possa trattare a livello nazionale.

Già, la mafia. Il Comitato, a detta di Morici, non ha mai trattato di mafia. Anche questa per lui è una colpa. Cercare di attenzionare argomenti che con la mafia, per quanto appare al libero cittadino, non c’entrano nulla; adoperarsi per uscire dalle emergenze e tornare ad uno stato di normale convivenza civile; impegnarsi per dare valore alle tante eccellenze che caratterizzano il territorio, lasciando che siano magistrati e forze dell’ordine a perseguire la delinquenza, tutto ciò è anche una colpa? Ma che faccia lui il suo mestiere, se lo sa fare, occupandosi dell’unico argomento che ritiene possa interessare (come certa stampa nazionale) per Castelvetrano.

Noi, come “Comitato Orgoglio Castelvetranese”, continueremo a fare la nostra parte, chiedendo aiuto alla cittadinanza ed alle istituzioni e negando fermamente falsità e cattivi pensieri che scaturiscono dai pregiudizi o forse dall’unica ragione d’essere di certi abitanti di questa città, per fortuna una scarsa minoranza.

Ciò che posso chiedere a Morici a nome mio e del Comitato (ma anche da giornalista a giornalista) è di farsi venire ogni tanto qualche dubbio. Senza malanimo ma con grande disponibilità e sincerità, sarei pronto ad aiutarlo ad uscire dal suo, di ”status persecutorio”.

Antonio Colaci      

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