giacomo bonagiuso

Salve, sono uno dei firmatari del documento sulla “chiusura veicolare” del Sistema delle Piazze. Premetto che ne condivido in pieno il “nocciolo” e lo scopo. Impedire alle macchine di riattraversare la parte monumentale della Città è un dovere civico, ambientale, culturale, sociale.

Detto questo, senza entrare nel merito della mia adesione, ché il documento spiega bene ogni passaggio, volevo SOTTOLINEARE una piccola distinzione di merito. Qualcuno dirà: se Lei vuole distinguersi, perché ha firmato? Ho firmato perché comprendo che si stanno coalizzando DUE fazioni, e, quando una scelta di campo va presa, da una parte bisogna stare. Eppure vorrei non rinunciare con pacatezza a dire la mia “cifra” di distinzione.

via pappalardo
Lo faccio senza fronzoli e con immediatezza. Io sarei favorevole ad un intervento che:

1) rimoduli il marciapiede antistante la fontana della Ninfa rendendo in primis più agevole la circolazione (si finisce sempre per sbattere con la ruota posteriore a quella curva!) e creando, in secondo luogo, una possibilità di “parcheggi” rigorosamente a tempo sullo quello slargo interno.

2) ripristini il traffico nella Via Pappalardo creando una arteria mono-carregiata di flusso (ove ora ci sono gli alberi) con utilizzo dello slargo al momento occupato da un totem “incidentato e orribile” che costeggia il Circolo della Gioventù con stalli di sosta a tempo.

Questo anche per salvare definitivamente la scelta culturale primaria che è quella di precludere per sempre la viabilità alle auto nel cuore della piazza, creando al contempo, ai margini della stessa, due aree di possibile accesso veicolare e di sosta a tempo. Naturalmente non farei ciò con dei brilli in plastica, ma coinvolgendo gli architetti di questa Città per operare scelte compatibili con l’impianto del Sistema delle Piazze, magari RISPOLVERANDO il PRIMITIVO PROGETTO CULOTTA!

Queste le mie riflessioni a voce alta, come un pensiero che emerge nella serenità e nel rispetto delle altrui posizioni. Certo, se ad oggi mi si dicesse le parti restano due: “aprire” o “restar chiusi”, non avrei alcun dubbio. “Chiudere” per salvare l’arte, la cultura, l’aria, la qualità della vita delle persone, e contestualmente attivare l’assessorato allo Sviluppo Economico e quello alla Cultura per la creazione di un progetto radicale che riporti, appunto, la cultura al centro della Città.

Oggi, purtroppo, da qualche anno, la cultura è in declino e ci si muove con oggettiva difficoltà in una crisi che uccide ilcorpo e anche la mente, lo spirito. Questo però non è un buon motivo per riportare le auto davanti il portone della Chiesa Madre! Spero che queste mie poche righe possano servire da spunto per una terza via… chissà che questo pensiero non finisca per essere utile alla mia Città. Se non fosse così, fate pure finta che io non l’abbia scritto.

Grazie per l’attenzione,

Giacomo Bonagiuso

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