Sociale

Borse con reti da pesca in disuso, Giglio.com sposa il progetto “Risacca”

Il colosso dell’abbigliamento Giglio.com sposa il progetto “Risacca” di Carlo Roccafiorita, Federica Ditta e Cristiano Pesca. I tre giovani (due sono di Mazara e Pesca è originario dell’Umbria) sono fondatori del progetto che prevede la produzione di borse con le reti da pesca in disuso. Giglio.com ha lanciato così la linea “Risacca per Giglio.com”, acquistabile sul sito della società. L’idea del recupero delle reti da pesca è stata di Carlo Roccafiorita, fondatore di “Periferica”, la cava abbandonata e recuperata e oggi utilizzata come centro studi per tecnici e architetti. A Mazara del Vallo ogni anno vengono abbandonate dieci tonnellate di reti da pesca. «Le reti vengono recuperate, rigenerate e lavorate artigianalmente, grazie alla collaborazione dei pescatori e degli artigiani di Mazara del Vallo – raccontano Roccafiorita, Ditta e Pesca – abbiamo una missione nel mondo: generare un impatto ambientale, sociale e culturale».

L’obiettivo dei tre giovani è quello di realizzare un laboratorio artigianale che possa dare nuova vita alle reti. Ma non solo realizzando borse ma anche oggettistica. Per mettere su il progetto sono però necessari fondi. Il progetto “Risacca” ha mosso i primi passi nel novembre 2020: i tre giovani hanno dapprima lanciato una campagna di fundraising, poi la partnership con Federpesca e ora l’accordo con Giglio.com. Il progetto, nel dicembre 2020, ha vinto il concorso europeo “Green Impact Med”, lanciato da Fondazione Messina. Quello dello smaltimento delle reti in disuso è un serio problema. Si stima che ogni anno vengono abbandonate tra le 500.000 e 1 milione di tonnellate di reti fantasma nei mari di tutto il mondo. Pare che le reti fantasma costituiscano fino al 10% di tutti i rifiuti marini e sono necessari in media circa 600-800 anni perché le reti si deteriorino completamente in microplastiche diventando un ulteriore problema per gli ecosistemi marini. Nel 2018 è stato stimato che fino a 650.000 animali marini vengono uccisi ogni anno dalle reti fantasma. L’industria ittica a Mazara del Vallo in un solo anno, produce circa 10.000 kg di materiale marinaresco.

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Redazione