Ci sono voluti mesi, una rogatoria con il tribunale della California e una montagna di documenti tradotti in inglese. Ma, alla fine, un ordine di perquisizione di un giudice americano ha aperto una piccola porta nel server di Facebook.
Tutto questo è stato reso oggi noto dal giornalista Salvo Palazzolo sulla testata Repubblica.
Adesso, la nota azienda Facebook ha fornito una lunga lista di messaggi privati della Messina Denaro, non tutto era stato cancellato. E sono stati indicati pure alcuni indirizzi Ip dei suoi corrispondenti. Chissà se dietro un altro misterioso account si è nascosto Matteo, o qualcuno a lui molto vicino.
La procura diretta da Francesco Lo Voi ha potuto quindi contare su un’importante collaborazione internazionale. Anche grazie al sostegno della direzione nazionale antimafia e dell’Fbi.