Con la stagione olivicola entrata nel vivo è tornata d’attualità la questione dei migranti economici a Campobello di Mazara. E non è bastato l’appello delle istituzioni affinché gli imprenditori agricoli si prendessero carico di far dormire, dare servizi e mettere in regola i lavoratori migranti, per risolvere il problema degli accampamenti spontanei.
Se nell’ex baraccopoli di Campobello di Mazara non c’è più nessuno, poche centinaia di metri più giù in via Selinunte, stavolta sul territorio di Castelvetrano, è nato un nuovo campo spontaneo e abusivo con più di cento migranti.
Tende di fortuna in nylon, legno e cartone sono state installate dentro la proprietà privata della «Calcestruzzi Selinunte», la società il cui amministratore è Onofrio Cascio. I primi migranti vi sono entrati lo scorso settembre, ma finirono fuori con un blitz interforze. È stato lo stesso Cascio a presentare il 7 agosto scorso una denuncia alla Polizia municipale di Castelvetrano per occupazione abusiva: «L’impianto è abbandonato dal 2010 e se qualcuno si fa male all’interno la responsabilità è nostra»spiega Cascio.
Il blitz e i nuovi lucchetti ai due cancelli sono serviti a poco, perché nelle ore successive i migranti sono tornati in massa occupando qualsiasi angolo dell’ex stabilimento, privo di servizi igienici, di luce e di acqua. Quello che si è creato è quasi la situazione fotocopia di quello che sino allo scorso anno succedeva in contrada Erbe Bianche nella vicina Campobello di Mazara. Immondizia tutt’intorno e per fare i bisogni fisiologici ci sono le campagne circostanti.
Ma c’è di più: chi vive dentro quell’accampamento spontaneo? Sono migranti in regola che lavorano in campagna? Tra l’ex calcestruzzo e il vicino centro di Campobello di Mazara è un via vai di migranti lungo la strada provinciale: sfilano carrelli dei supermercati pieni di bidoni d’acqua e sacchi della spesa. L’altro lato della medaglia è all’ex oleificio “Fontane d’oro” di contrada Corsale a Campobello di Mazara, dove la Croce Rossa dà accoglienza a 128 migranti in quattro tende pneumatiche.
«Campo temporaneo» lo hanno definito al Tavolo tecnico istituito presso la Prefettura di Trapani, perché dentro le tende dorme chi è in attesa di un regolare contratto di lavoro; quando viene assunto va via e viene accolto dal datore di lavoro nelle proprie terre. «All’ingresso identifichiamo tutti tramite un documento d’identità – spiega Giuseppe Cardinale, responsabile del Comitato Croce Rossa di Castelvetrano – monitoriamo le presenze e, anche chi viene semplicemente per fare la doccia, lascia all’ingresso il documento che ritira una volta uscito». Il Comune di Campobello di Mazara ha anche firmato un protocollo d’intesa col Nucleo Operativo Emergenze di Castelvetrano che garantisce il servizio di guardiania notturno, dalle 19 alle 9 del mattino, al campo.
di Max Firreri
per Giornale di Sicilia