Dallo scorso febbraio gli animalisti della Laica non gestiscono più il canile insieme al Comune. C’è una nuova associazione che è difficile considerare amica degli animali, visto che è gestita da… cacciatori. Lo stesso presidente di Naturamica, questo il nome della nuova associazione, è orgoglioso della sua passione per la caccia, che condivide con un altro membro del direttivo. Il tutto con tanto di iscrizione all’albo regionale delle associazioni per la protezione degli animali (avvenuta a novembre del 2009), senza la quale non avrebbero potuto certo partecipare alla gara pubblica decisa dalla giunta comunale nell’ottobre del 2010. Tutto in regola quindi, la legalità prima di tutto.

E l’esperienza nella gestione dei canili? Dettaglio di poco conto che non sembra preoccupare l’amministrazione comunale. Nel bando di gara infatti non considera necessario il requisito dell’iscrizione alla sezione A dell’albo regionale. Per cui vanno bene anche le associazioni della sezione B (quelle senza esperienza nella gestione di canili), come appunto Naturamica.

La base d’asta è di 130 mila euro, rispetto alle 36.720 euro dell’anno scorso, ma con obblighi a carico superiori: dalle visite specialistiche alla manutenzione del malandato fuoristrada, dalla derattizzazione fino agli interventi in muratura dell’intera struttura. Gli animalisti della Laica, dopo due conti, capiscono che tutte le nuove mansioni potrebbero facilmente minare la decente sopravvivenza dei cani e la sicura convivenza tra animali e cittadini. Alla fine però decidono comunque di partecipare, sia pure con un ribasso dell’1%. Naturamica, forse consapevole della propria inesperienza nel settore, partecipa in coppia con l’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) di Marsala con un ribasso vertiginoso del 16%. Vince, ma pasticcia con la documentazione: manca proprio il documento d’identità del presidente dell’Enpa. La Laica minaccia di adire le vie legali e nel frattempo la coppia divorzia: il presidente dell’Enpa si ritira dal raggruppamento, senza chiarire le relative motivazioni.

Ma per il Comune va tutto bene e la nuova associazione dal primo febbraio comincia la gestione. A questo punto parte il ricorso al TAR in cui, oltre al ritiro dell’Enpa con conseguente decadenza dell’intero raggruppamento in associazione di scopo, l’avvocato mette l’accento anche sul ribasso proposto che costituirebbe un’offerta anomala. Si aspetta la sentenza, forse a fine aprile. Intanto l’associazione Laica, pur non occupandosi della gestione diretta del canile, continua ad assistere decine di cani. Sarebbero circa 115 gli animali di fatto ancora a proprio carico, di cui 45 liberi nel territorio comunale e 67 custoditi nei propri terreni recintati o nel giardino di casa. L’assistenza consiste soprattutto nel fornire a tutti cibo e acqua.

Ma che ci fanno quei 67 cani a casa dei volontari? Semplice – risponde la presidentessa Liliana Signorello – nel corso degli anni siamo stati costretti a togliere dal territorio i cani reinseriti per legge, a causa di lamentele , per evitare pericoli sia per gli animali che per la sicurezza dei cittadini”. Scelte difficili, faticose, alle quali oggi si aggiunge un problema in più: non gestendo più il canile non ci sono più soldi nemmeno per sfamare gli animali in loro custodia. Ecco perché avevano chiesto un contributo al Comune, già nei primi giorni dello scorso gennaio.
La risposta arriva dopo due mesi e mezzo. Ed è no. Non ci penso nemmeno – afferma il sindaco Pompeoa dare un contributo ad una associazione che attiva un contenzioso nei confronti del Comune. Se lo facessi sarei tacciabile di proteste legittime da parte di chiunque”. Come se i contributi si concedessero soltanto a chi fa il bravo bambino e non invece a chi persegue un interesse pubblico. “Con un contenzioso in corso – ha proseguito il primo cittadino – non ci si può sognare di dare un contributo anche se finalizzato ad un’opera che tutto sommato ha la sua bontà. È al massimo un intervento che posso fare tramite un’associazione che non ha alcun contenzioso con il Comune”. Il messaggio è chiaro: volete il contributo? Ritirate il ricorso e ne parliamo. La palla passa allora alla Laica. Che fare?

La presidentessa Signorello è molto diretta: “Non ritirare il ricorso non ci pone nelle condizioni di non essere aiutati per quello che stiamo facendo a favore degli animali e della sicurezza dei cittadini. Non è detto che il contributo debba necessariamente essere in denaro. Al momento ci accontenteremmo anche di croccantini. Abbiamo soltanto bisogno di sfamare quei cani del Comune che si trovano nei nostri giardini. Il canile è saturo, semplicemente non ce la sentiamo di liberarli tutti nel territorio, senza un criterio. Non sarebbe un bene né per i cani, né per la sicurezza dei cittadini. Confidiamo in un responsabile ripensamento”.

Egidio Morici
Per L’isola del 18/03/2011

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