La nuova casa comunale in via della Rosa, sorta in un terreno confiscato a Francesco Geraci, prestanome di Totò Riina, ha ricevuto premi e riconoscimenti, anche da importanti riviste.
Ma, al di là valore estetico della sua architettura, dopo circa otto mesi l’edificio non ospita ancora tutti i suoi uffici comunali. Certo, il territorio di Castelvetrano è abbastanza vasto e sarebbe assolutamente normale trovare degli uffici succursali in varie zone. Purtroppo però ad essere sparsi qua e là non sono gli uffici distaccati ma ancora quelli principali, dislocati in varie zone anche molto distanti tra di loro.
Chi si reca alla casa comunale, magari provenendo dalla periferia opposta (necessariamente in auto per carenza di collegamenti pubblici), è meglio che abbia le idee ben chiare su quale ufficio rivolgersi, perché il rischio di essere spediti in un altro ufficio di una zona diversa è molto alto.
Si dirà: almeno nella nuova sede si potrà parcheggiare. Ma questa è un’altra nota dolente.
Infatti il parcheggio intorno alla casa comunale non esiste ancora. C’è soltanto uno spazio terroso che se piove si trasforma in un’area di fango impraticabile, con enormi pozzanghere.
In molti si sono chiesti perché il comune non ha ancora provveduto ad asfaltare gli spiazzi e ancora una volta la risposta sta in due paroline inglesi: project financing. Vuol dire che a realizzare i parcheggi dovrà essere un’impresa che appronterà tutte le spese occorrenti per poi essere ripagata dai flussi di cassa prodotti dall’opera realizzata. E di questi tempi, ci vuole un bel coraggio.
Infatti l’avviso di project financing c’è da novembre del 2007 e prevede una spesa di 1.700.000 euro. Ma chi asfalterebbe mai a proprie spese un’area così vasta, per poi guadagnarci con le tariffe della sosta a pagamento? Si è cercato quindi di attirare le grosse imprese con un guadagno di diverso genere: la vendita di energia elettrica attraverso dei pannelli fotovoltaici montati sulle pensiline dei parcheggi.
Ecco che allora, nell’avviso del Comune, uno degli elementi qualitativi del progetto riguarda proprio la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica.
Ora, l’ottimismo sarà anche il sale della vita, ma dei lavori che sarebbero dovuti iniziare prima della scorsa estate, annunciati come “la prima opera del 2008 realizzata totalmente a carico dei privati, senza alcun contributo pubblico”, fino ad oggi non se ne è ancora vista traccia.
Intanto, mentre le forti piogge di questo inverno hanno prodotto degli avvallamenti nel terreno che cominciano a costituire un pericolo per le auto che cercano di districarsi in quel disordinato pantano, tutto sembra fermo, nell’attesa di una coraggiosa cordata di imprenditori che possa risolvere il problema. E qui il coraggio ci vuole davvero, altro che Alitalia. Qui i soldi bisogna tirarli fuori tutti e in anticipo.
Egidio Morici per “L’isola”
quindicinale di informazione per la provincia di Trapani
ma e vero che si sono dimenticati il cemento?…
e dove stava il direttore dei lavori quando si (buttava..) il cemento?…