ospedale castelvetranoUna giovane donna di 27 anni di Castelvetrano, è ricoverata da alcuni giorni con prognosi riservata, all’ospedale Vittorio Emanuele II , per sospetta meningoencefalite.

Nelle prime ore di domenica scorsa, la giovane castelvetranese, conosciuta in città per la sua attività professionale, si è recata presso il nosocomio di Castelvetrano, con febbre altissima e dolori. I Medici del locale ospedale, dopo i primi accurati accertamenti, ne disponevano il trasferimento in una struttura specializzata in malattie infettive , a Palermo. La solita mancanza di posto, pare abbia fatto rimanere la paziente a Castelvetrano.

La donna , è attualmente ricoverata in una stanza isolata , dove viene trattata dai medici di Castelvetrano secondo i più moderni protocolli terapeutici previsti in questi casi specifici. Da ricordare che l’ospedale di Castelvetrano è dotato anche sala di rianimazione intensiva. Dalle prime indagini biochimiche, i medici avrebbero accertato un serio sospetto della patologia che in gergo, è più conosciuta come meningite.

Ogni dubbio, sul caso specifico, sarà sciolto nelle prossime ore, quando l’esito delle analisi stabiliranno l’eventuale origine batterica o virale della grave infezione accaduta alla giovane donna di Castelvetrano. I medici, sottolineano che sono casi isolati e che è inutile generare sterili allarmismi. Infatti, nel pomeriggio di ieri, in qualche farmacia del centro di Castelvetrano, dopo che si è sparsa la voce sul caso di sospetta meningite, si è creata una corsa all’antibiotico, tra le varie persone che sarebbero venute a contatto con la giovane donna.

In ogni caso, è opportuno ricordare che è sempre importante una valutazione medica, prima di passare a terapie “fai da te”. Sulle motivazioni del possibile contagio, si può fare riferimento a quanto detto dalla letteratura medica.

L’infezione si diffonde di solito, per via aerea e viene trasmessa per contatto diretto (o tramite goccioline infette) da un “portatore sano”. È più raro che l’infezione sia contratta direttamente da un soggetto ammalato, che di solito è isolato dal contatto con altre persone.

Filippo Siragusa
per GdS

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