Fu un controllo al Liceo classico «Pantaleo», nel corso del quale fu trovata della marijuana, l’input per avviare indagini che consentirono ai carabinieri di scoprire che il giardino pubblico di piazza Regina Margherita, davanti la scuola, era diventato un centro di spaccio.

E molti degli episodi di cessione di stupefacenti furono, infatti, poi immortalati dalle immagini registrate dalle telecamere installate dagli investigatori. È quanto ha spiegato, in Tribunale, a Marsala, da un maresciallo dei carabinieri ascoltato nel processo che alla sbarra vede il principale protagonista degli episodi di spaccio: il 34enne tunisino A.A.

Il nordafricano, attualmente ai domiciliari, è stato arrestato all’inizio dello scorso aprile dai carabinieri del nucleo operativo, coadiuvati dalla polizia di frontiera. Era ricercato da quasi due mesi. E cioè da quando, proprio sulla base dell’indagine svolta dai militari, il gip di Marsala aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare sia per il 34enne, noto come «ricciolone», che per altri tre suoi connazionali.

Tratto da un articolo di Antonio Pizzo
per Giornale di Sicilia

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