[di Antonio Pizzo, GdS] Non sopportava l’idea di essere stato lasciato dalla compagna. E probabilmente anche il fatto questa, inoltre, si fosse legata ad un altro uomo. Sentimenti, in fondo, comprensibili.
Non comprensibile, invece, è stata la reazione. E cioè, secondo l’accusa, l’avere incendiato, per ben due volte, l’abitazione estiva dell’ex compagna e anche l’auto e la moto del nuovo convivente della donna. Per questo, il giudice monocratico di Marsala Lorenzo Chiaramonte lo ha condannato a quattro anni e otto mesi di reclusione (già depositate le motivazioni della sentenza), nonché al pagamento di un risarcimento danni «provvisionale», immediatamente esecutivo, di quasi 50 mila euro in favore delle parti civili, rappresentate dall’avvocato Marco Campagna.
Protagonista della vicenda è il 58enne castelvetranese G. C.. A difenderlo è stato l’avvocato Francesco Messina. Con il 58enne, sono stati condannati anche il 49enne salemitano N. C. (due anni di reclusione) e il 28enne mazarese S. M. (un anno e 4 mesi). Entrambi avrebbero dato man forte all’uomo, il 12 maggio 2012, quando in contrada Belice Mare, con del liquido infiammabile, fu appiccato il fuoco all’auto in uso al rivale in amore, e nuovamente all’abitazione di proprietà della madre dell’ex compagna.
Il giudice Chiaramonte ha condannato i tre imputati a pagare i danni morali e patrimoniali alle tre parti civili, rinviando però al giudice civile la quantificazione economica. Ma nel frattempo, il 58enne castelvetranese deve versare 25 mila euro all’ex compagna, 20 mila alla madre e 4 mila al compagno dell’ex. Tutti gli imputati, inoltre, sono stati condannati al pagamento delle spese processuali sostenute dalle parti civili: 1600 euro per ciascuna di queste.
di Antonio Pizzo
per Giornale di Sicilia