Voto o non voto? Questo è il dilemma della città di Castelvetrano che, fra poco meno di trenta giorni, dovrà andare alle urne per eleggere sindaco e consiglio comunale. Con una campagna elettorale avviata ma sottotono, sul Comune pesa l’incognita dello scioglimento per mafia.

La Commissione prefettizia, presieduta dal Vicario di Trapani, Concetta Caruso, sino a venerdì ha richiesto al Segretario generale dell’ente, Elia Maggio, documentazione da porre sotto la lente d’ingrandimento. Un’ennesima porzione di più corposi fascicoli che in questi due mesi d’attività la Caruso, con la collega Stefania Maria Caracciolo e il segretario comunale del Comune di Isola delle Femmine, Anna Genova, hanno passato ai raggi X.

Compreso tutto ciò che riguarda la complessa questione di sanatorie, le ordinanze di demolizioni non eseguite su case non sanabili e gli immobili privati che, nel frattempo, sono stati acquisiti al patrimonio del Comune. Un’analisi pronta a scoprire eventuali connivenze tra il Comune e la criminalità mafiosa che, se fossero vere, potrebbero portare dritto dritto alla richiesta di scioglimento. In questo caso due sarebbero le ipotesi: se il lavoro della Commissione sarebbe già concluso e il Prefetto trasmette il carteggio al Ministero entro i primi giorni di questa prossima settimana, il Consiglio dei Ministri potrebbe decidere lo scioglimento già prima che i cittadini sono chiamati alle urne. In questo caso le elezioni verrebbero annullate.

La seconda ipotesi potrebbe, invece, riguardare lo scioglimento che sopraggiunge dopo l’avvenuta elezione di sindaco e consiglio comunale. Ed è il caso definito dalla giurisprudenza «postumo», proprio perché è avvenuto dopo che gli organi (in questo caso dapprima il consiglio e poi il sindaco) si erano dimessi. Ma Comune sciolto significa che vanno a casa anche i nuovi organi eletti e l’ente verrà governato da una Commissione prefettizia. La politica, intanto, si muove già in una campagna elettorale senza eccessiva propaganda con quattro candidati sindaco – Gianni Pompeo, Luciano Perricone, Erina Vivona e Maurizio Abate – che si sfideranno su programmi e alleanze.

La corsa è a palazzo Pignatelli, sede del Comune che più volte è stato sfiorato da vicende giudiziarie. A parlare, per ultimo, di persone che hanno occupato un ruolo dentro il Comune è stato il collaboratore di giustizia Lorenzo Cimarosa, scomparso qualche mese fa. Fu lui che a verbale dichiarò di avere incontrato Felice Errante ed Enrico Adamo durante la campagna elettorale del 2012. «In quella campagna elettorale credo di aver parlato con oltre 20 mila persone, ma non si possono adombrare delle aderenze con consorterie mafiose, quando la mia posizione contro la mafia è sempre stata chiara e di pubblica e sostanziale condanna» replicò l’ex sindaco Errante, dimessosi settimane fa e ora supporter di Perricone. Ma ad accendere i riflettori ci fu l’altra vicenda del consigliere Lillo Giambalvo, arrestato nell’operazione antimafia “Eden 2” e tornato a sedere in consiglio dopo l’assoluzione.

L’ex Ministro dell’Interno Angelino Alfano sollecitò allora i consiglieri comunali e lo stesso sindaco del suo partito, a fare di tutto per farlo decadere. I consiglieri si dimisero e il massimo consesso civico si è autosciolto. Il sindaco, invece, rimase al suo posto per altri mesi, prima di lasciare, qualche settimana fa con un videomessaggio alla città. Ieri Errante, da semplice cittadino, si è detto amareggiato di «notizie messe in circolazione senza fondamento in merito a lavori conclusi della Commissione». E ha detto: «Chiedo a tutti voi: Tutto questo è normale?».

di Max Firreri
per Giornale di Sicilia

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