Territorio

Carnevale, il testamento e l’accusa di infamità ad Assostampa

Tra le righe ce n’è per tutti: dal sindaco ai vigili urbani, al segretario comunale, agli assessori, ai consiglieri e pure…ai giornalisti che, secondo Anna Gelsomino, la marchesa che ha letto il testamento in piazza, quest’anno sono di troppo che mescolano la cacca con un pezzo di legno (con una traduzione letterale dal siciliano all’italiano). Il testamento “di lu nannu e la nanna”, si sa, fa ridere tutti e, con le fiamme ai simboli di cartapesta, la lettura del documento a firma di Francesco Saverio Calcara e Anna Gelsomino, ieri sera al sistema delle piazze di Castelvetrano, si sono chiusi i festeggiamenti per il carnevale organizzati dal Comune. Una marea di gente, le lodi del sindaco Giovanni Lentini sul suo profilo Facebook per l’iniziativa che è tornata dopo 8 anni e qualche parola di troppo. Sì, perché in quel testamento, tra risate e verità, si è dato addosso anche ad Assostampa Trapani che, traducendo sempre dal siciliano all’italiano, così è stato recitato: «Assostampa una cosa l’ha lasciata, come loro sanno fare: una bella infamità». Si dirà che a carnevale ogni scherzo vale e la satira ci sta pure. Ma, forse, si è andato oltre, soprattutto perché Assostampa Trapani non è un personaggio di Castelvetrano (come la maggior parte di quelli citati nel testamento) ma è il sindacato dei giornalisti con sede a Trapani. E allora, perché citare Assostampa e dire che avrebbe fatto una bella infamità? Cosa avrebbe combinato di così grave il sindacato dei giornalisti tanto da essere definita infame e da finire nel testamento “di lu nannu e la nanna”?

Bisogna leggere i fatti recenti che hanno portato Assostampa a intervenire su Castelvetrano. Qualche settimana fa il sindaco Giovanni Lentini con una determina ha dato incarico di portavoce ad Antonino Centonze (che non è giornalista), senza indicare quanto sarebbe costato al Comune, dando il via libera al portavoce di fare comunicati stampa. Assostampa Trapani ha denunciato questo: ossia che il portavoce (che in Sicilia può essere anche uno non iscritto all’Ordine) non può fare comunicati che sono prerogativa – per legge – di un giornalista iscritto all’Ordine ed evidenziando il lavoro gratuito per un ente pubblico. Da qui la richiesta al sindaco di revocare l’atto, cosa che non è avvenuta, intanto a Centonze gli è stata data la stanza in Comune. Assostampa Trapani ha fatto il suo dovere, ossia tutelare il lavoro giornalistico e segnalare eventuali anomalie. Sarebbe questa l’infamità?

Il dato certo è che l’accusa al sindacato dei giornalisti – con quella parola, infamità, che suona malissimo in una terra che ha fatto i conti anche con certi modi di fare e di pensare – è finita nel testamento scritto di pugno dall’ex docente Calcara e da Anna Gelsomino (vicini a Centonze). Ma ora si dirà che era satira, che era carnevale e che alcuni giornalisti prendono troppo tutto sul serio… Sarà davvero così?

 

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Max Firreri