L’onorevole Fundarò dice: “Abbiamo sei mesi di tempo, ora dobbiamo lavorare tutti per incrementare la raccolta differenziata”.
Sei mesi dopo però, alla fine di gennaio 2008, i lavori di adeguamento sono ancora in alto mare e l’incubo della chiusura si ripresenta. A firmare la proroga per altri sei mesi è Totò vasa-vasa, una settimana prima delle proprie dimissioni da governatore della Sicilia. L’ufficio stampa della Belice Ambiente però tiene a precisare che Cuffaro ha solo messo una firmetta e che la proroga è responsabilità dello stesso Alfonso Pecoraro Scanio, dopo essersi accertato che i lavori di adeguamento sono ormai alla loro conclusione.
Insomma, se lo dice il rappresentante principale del partito del no, il massimo difensore dell’ambiente, deve essere per forza vero. E infatti l’architetto della società Giacomo Lombardo assicura che “I lavori saranno completati entro la prima decade di febbraio”.
L’otto febbraio però i lavori di impermeabilizzazione, indirettamente collegati con la salute di un sacco di gente, non sono ancora finiti. Ma la stampa informa i cittadini che, probabilmente nel mese di luglio, la discarica di Castelvetrano potrebbe ottenere l’A.I.A., l’Autorizzazione Integrata Ambientale, che include anche la V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale). E già si parla di “Sicilia all’avanguardia nello smaltimento dei rifiuti”.
Chissà se all’onorevole Fundarò dei verdi sarà suonata strana la candidatura all’A.I.A. da parte di una discarica ancora per niente sicura. Certo è che il 12 febbraio la stampa riporta l’avvenuto sopralluogo dell’onorevole alla discarica di Castelvetrano e il suo incontro con i rappresentanti dei vari enti interessati, ma non una parola su che cosa si siano detti in quella occasione.
Una decina di giorni dopo, il 21 febbraio 2008, forti della firma di Totò vasa-vasa e della visita di Fundarò, la Belice Ambiente SpA riprende coraggio e appalta i lavori per il recupero del biogas all’impresa “Elettrogas Pangea – Green Energy” per consentire l’immissione di energia elettrica nella rete pubblica per 12 (dodici!) anni, promettendo anche di “investire” 2 milioni di euro per la gestione.
L’11 marzo 2008, la quarta parete dell’invaso non è stata ancora impermeabilizzata, ma la società assicura che tutti i lavori prescritti dal ministero dell’ambiente saranno completati entro il 30 marzo.
Il 6 aprile 2008 i lavori sono ancora lì e ad una settimana dalle elezioni politiche e regionali, l’amministratore unico della società Truglio, dal tavolo di una conferenza intitolata “tutela ambientale ed energie alternative” svoltasi a Castelvetrano, annuncia in pompa magna l’avvio della raccolta differenziata a Selinunte per il 2 giugno e a Campobello per il 10 giugno, di fatto mai partita.
Mai partita nella realtà, ma l’informazione è già avanti e il 23 aprile “siciliainformazioni.com” scrive: “Selinunte, quando al Sud la racolta differenziata funziona. Da quest’estate, non solo i residenti ma anche i turisti che soggiorneranno a Selinunte saranno coinvolti nel progetto di raccolta differenziata”.
Si arriva così al 22 maggio 2008, in cui viene comunicata la fine dei lavori di impermeabilizzazione anche della quarta parete (sempre con dovizia di particolari “Qualche settimana fa sono stati completati…”). Bene. Allora adesso è tutto a norma? Ma neanche per sogno. Manca ancora l’impermeabilizzazione superiore delle altre due vasche!
Un mese dopo, il 21 giugno 2008, dopo mesi di odori pestilenziali sulla zona nord della città, (inutilmente combattuti dal bidone di profumo col ventilatore attaccato) a 30 giorni dalla scadenza della proroga di vasa-vasa, l’amministratore unico della società Francesco Truglio chiude la discarica di Castelvetrano, suggerendo l’apertura dell’invaso della vicina Campobello. Ed è emergenza rifiuti.
Due giorni dopo, il nuovo presidente della Provincia Turano, appena insediatosi, firma un’ordinanza urgente sempre con validità sei mesi, per l’apertura della discarica di Campobello. Con una prescrizione: “Occorre avviare la raccolta differenziata non inferiore al 35%; se vogliamo voltare pagina dobbiamo cominciare da subito con azioni concrete”. Ma và? È la stessa identica cosa che aveva detto Fundarò l’anno prima!
E l’informazione?
Il Giornale di Sicilia dedica all’avvenimento più di 250 righe in tre giorni e sapete quante al motivo della chiusura? Poco più di dieci:
Il 24 giugno il prestigioso quotidiano supera se stesso e in coda all’articolo troviamo: “(il sollecito del ministero dell’Ambiente risale ad alcuni giorni addietro)”. Il tutto tra parentesi!
Insomma: il ministero dell’ambiente ha deciso di imporre dei nuovi lavori, oppure quello di qualche giorno fa era un sollecito relativo alla stessa prescrizione? Mistero.
E ancora: “alcuni giorni addietro”, quando? Mistero.
Intanto, prima che qualcuno si prenda la briga di controllare davvero l’acqua che passa sotto la discarica di Castelvetrano, benvenuti a Campobello.
Il ciclo ricomincia.