Avevo fatto affiggere sui due lati del totem che troneggia davanti al Liceo Classico e che solitamente uso per propagandare le varie iniziative un megamanifesto di mm.5.60×2.60 che ritraeva i due magistrati Falcone e Borsellino sorridenti, mentre conversavano tra di loro, con l’intenzione di lasciarlo lì tutta l’estate a significare la presenza di una società civile che non aveva nulla a spartire con la mafia. Per la verità avevo, in precedenza, pensato di fare stampare la foto segnaletica di Matteo Messina Denaro con sotto la scritta “wanted”, ma non ho trovato nessuna tipografia disponibile a stamparla, per cui ero stato costretto a riprodurla in fotocopie.
La notte successiva il manifesto è misteriosamente scomparso, senza che a terra o nei dintorni fosse possibile rinvenirne alcuna traccia. Non era mai successo che un nostro manifesto venisse strappato! Gli episodi successivi di cui ha parlato la stampa (il danneggiamento delle statue in gesso di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e del pannello con le loro effigi allo stadio) sono emblematici di una strategia che solo una mente sottile, come quella di Matteo Messina Denaro, sa utilizzare, come più volte, in varie occasioni, ha dimostrato. La tendenza a minimizzare non serve, mentre è più utile mostrare una coscienza vigile e attenta. Ricordo che Maurizio Costanzo superò la mia resistenza a partecipare al suo show, dicendomi che la visibilità in casi simili al mio garantiva la sopravvivenza, perché la mafia colpisce coloro che restano isolati. Perciò ringrazio sentitamente tutti coloro che hanno voluto nobilmente farmi pervenire la loro solidarietà, quando, a seguito della scomparsa del manifesto raffigurante Falcone e Borsellino, è stata rinvenuta sul tavolo della portineria del Liceo Classico una busta a me indirizzata con una cartuccia di fucile.
Prima di chiudere questa riflessione non posso non accennare a un altro episodio, la cui matrice è, senz’altro, di dubbia lettura. Esso, comunque, sia l’autore un buontempone o un mafioso, dimostra ancora una volta come sia difficile operare nel nostro territorio. Dopo avere ospitato l’autore di un libro su Matteo Messina Denaro, che, ovviamente, ha messo il dito sulla piaga, c’è stata la violenta reazione, in classe prima e nell’androne della scuola poi, di un nipote e della sorella del boss.
In seguito, alla vigilia dell’incontro-dibattito con Gherardo Colombo, l’ex procuratore capo del pool “Mani pulite”, mi è stata recapitata dalla Germania una rivista, con in copertina quattro volti con le bocche tappate sotto cui era scritto: “stai zitto”, “tutto quello che dici si può e sicuramente si ritorcerà contro di te”. Questo fatto, comunque, non è servito a fermare il percorso sulla legalità, che aveva preso l’abbrivio, all’inizio dell’anno, con la lectio magistralis sulla mafia. Oltre agl’incontri con diversi protagonisti della lotta alla mafia, ho dato vita a un laboratorio teatrale per rappresentare, prima al Teatro Selinus di Castelvetrano e, successivamente, al Teatro Biondo di Palermo, una pièce sulla mafia, premiata dal Centro Pio La Torre.
A conclusione si è tenuta, assieme a tutte le scuole di Castelvetrano, la manifestazione “I love legalità”, che ha visto sfilare per le vie della città migliaia di giovani e cittadini, di ogni età, alla faccia di coloro che mi avevano accusato di avere paura o d’inneggiare a Matteo Messina Denaro, solo per essermi rifiutato di accogliere la richiesta di un ex galeotto, sedicente pentito, d’incontrarsi con i miei studenti. Rimane, certamente, l’amarezza per essere stato esposto al pubblico ludibrio, dopo trent’anni di onesta e laboriosa attività per la formazione di una coscienza civile e democratica nelle scuole, senza nulla avere in cambio se non la soddisfazione di avere assolto a un mio dovere sociale, professionale e cristiano.
AUTORE. Francesco Fiordaliso
Nel ’92, io frequentavo la scuola media G. Pardo e le sono grato per come ha affrontato quel brutto periodo, ero solo un bambino, ma non lo dimenticherò mai!
L’impegno civile del Preside Fiordaliso nella lotta alla mafia e alla cultura mafiosa, ancora più subdola e invasiva è indiscutibile.
Non posso far altro che rinnovare la mia stima personale per ciò che Lei, Preside, ha fatto e continua a fare per Castelvetrano. La storia del “preside antimafia” ci tengo a dirle che molti suoi concittadini non l’avevano dimenticata. Prima ancora di conoscerla in quanto studente, ricordo i numerosi attestati di stima che per lei ho sentito. In particolare quelli di mio padre che mi raccontò alcune delle cose che ora ho riletto in questo articolo, compreso quella della Alfa color rosso fiammeggiante. Questo per dirle che la Sua storia è patrimonio di questa città, ed è nota a chi l’ha conosciuta come uomo e preside. Da ex studente del Liceo Classico voglio dare testimonianza viva di come la cultura dell’antimafia sia entrata dentro le coscienze di molti studenti grazie alle numerose conferenze che negli anni si sono svolte. Oggi, possiamo dire di essere persone più consapevoli della realtà in cui viviamo.
Mi auguro che il Liceo Classico di Castelvetrano resti sempre punto di riferimento per la nostra città, a tutela dei valori della Costituzione della Repubblica, contro ogni forma di condizionamento della libertà dei cittadini ad opera di chiunque. Sicilia libera.
grazie per tutto quello che ha fatto e sono certo continuerà a fare nella più ardua ma più incisiva trincea del fronte culturale della lotta al fenomeno mafioso, nella consapevolezza che è nell’azione formatrice delle coscienze delle nuove generazioni posta in essere dalle istituzioni scolastiche che lei egregiamente dirige che passa la vittoria, ancor prima che dagli uffici investigativi, la definitiva vittoria di questo fenomeno delinquenziale.
Nel ’92 ero alunno presso la scuola G.Pardo quando ruppero la targa e incendiarono la scuola… i fatti si commentano da soli…
Vicino al preside Fiordaliso per il suo continuo impegno nella lotta alla criminalità. Grazie per quello che ha fatto e continuerà a fare.
Non ho mai avuto il piacere di conoscere di persona il Preside Fiordaliso ma da ciò che raccontano persone a me vicine dovremmo tutti ringraziarlo per la sua presenza e il suo impegno radicalmente educativo e coerente. Mi dispiace solo che gli attestati di stima nei suoi confronti siano ancora pochi.
Rispetto
Caro Franco, conoscendoti praticamente da sempre, so quanto è forte e radicato in te il sentimento della giustizia, l’amore per la verità, il culto per la democrazia. Ti esprimo ancora una volta pubblicamente la mia stima e la mia ammirazione, ricambiando e ringraziandoti anche per la solidarietà che hai espresso nei miei confronti e che ha fatto guadagnare anche a te uno schizzetto di fango preelettorale. Ridico a te quello che in altri momenti tu hai detto a me: un cavallo di razza deve saper sopportare anche qualche pidocchio che gli si attacca addosso. Andiamo avanti e, come dice il Poeta, “non ti curar di lor ma guarda e passa”
Caro Francesco,
colgo l’occasione per esprimere ancora una volta la mia stima verso la tua persona, avendo da epoca ormai lontana apprezzato il tuo comportamento coerente, la tenacia con cui, nonostante tutto, porti avanti il tuo progetto educativo inculcando così nei giovani sani concetti di democrazia e di libertà.