La pantomima consumatasi durante l’ultimo Consiglio comunale del 13 aprile, pone parecchi interrogativi sulla direzione che questa ridisegnata amministrazione sta percorrendo per il futuro della Città.
Le dichiarazioni di incompatibilità a deliberare sul progetto di massima di PRG espresse in aula da singoli consiglieri e la contestuale inspiegabile assenza dei componenti della 1^ Commissione consiliare, competente in materia, impongono una riflessione politica su quanto accaduto.
Un’altra pagina della politica castelvetranese è stata scritta: probabilmente la volontà di scongiurare la discussione e votazione delle determinazioni sullo schema di massima del Piano Regolatore Generale all’interno del Consiglio comunale, delegando ad un terzo, ad un Commissario ad acta nominato dalla Regione Siciliana, le funzioni per le quali siamo stati chiamati ad amministrare attraverso libere elezioni.
Funzioni tra le quali vi è, appunto, il Piano Urbanistico comunale il quale, unitamente al Bilancio, rappresenta l’atto amministrativo generale più importante per la vita attiva di una comunità.
Resta il fatto che soltanto in tre consiglieri siamo rimasti in aula disponibili e pronti a discutere la proposta di deliberazione, numero, ovviamente, insufficiente per la validità della seduta che è stata, conseguentemente, chiusa per mancanza del numero legale.
Resta il fatto che quanto accaduto comporta inevitabilmente che l’atto deliberativo non potrà più essere riproposto in Consiglio, togliendo ai sottoscritti consiglieri la possibilità di intervenire sulla proposta di deliberazione sul progetto di massima del P.R.G. attraverso pareri, osservazioni e emendamenti, al pari dei colleghi consiglieri componenti della 1^ Commissione, i cui 24 emendamenti e le cui osservazioni sono divenuti parte integrante dell’atto deliberativo che andrà al vaglio del Commissario ad acta.
Per il futuro ci chiediamo cosa avverrà a seguito dell’approvazione della delibera da parte del Commissario ad acta, cosa i consiglieri, oggi incompatibili sullo schema di massima, potranno o non potranno votare in ordine alla pianificazione urbanistica e territoriale, se le incompatibilità di oggi potranno ripetersi anche domani, se continueremo a gestire il territorio operando con varianti allo strumento urbanistico attualmente vigente, bloccando di fatto un progetto di pianificazione che orienti la gestione della Città nell’ottica di uno sviluppo sostenibile ed ordinato.
Non possiamo far altro, pertanto, che prendere atto della triste sconfitta della rappresentanza politica e dell’eventuale immobilismo che ne potrebbe derivare.
I consiglieri comunali
Monica Di Bella (PD)
Tommaso Bertolino (Art.4)
Giuseppe Curiale (Gruppo misto)
Ma curiale non fa parte integrante del psi
….. e di conseguenza la cittadinanza si aspetta le doverose dimissioni di tutto il consiglio comunale e del suo Presidente per manifesta incompetenza, trascuratezza politica, e per chiara e inequivocabile insensibilità nei confronti delle esigenze della Città….. in parole povere, molto povere, A LA CASA!!!!!
Vito P.
Complimenti ai tre firmatari della nota. I Consiglieri Bertolino di art. 4 (?), Curiale eletto in Alleanza per la Sicilia, passato al Gruppo misto (?), passato al PSI (si è fatto fotografare sorridente insieme all’On. Oddo), vicino al PD…, Di Bella segretaria del Pd locale, a quanto pare rimasta sola, hanno celebrato l’apoteosi della demagogia e della disinformazione pur di avere un minimo di cosiddetta visibilità.
I tre sanno perfettamente che la normativa vigente prevede l’incompatibilità, fino al quarto grado di parentela, a deliberare il PRG.
Dunque i restanti consiglieri, compreso il compagno di partito della Di Bella, dopo essersi dichiarati incompatibili, nel rispetto della Legge, sono usciti dall’aula consiliare. Questa è la verità. Questo è rispetto della Legge. Tutto il resto non è verità. Spero che un po si vergognino i firmatari della nota.