Il giorno dopo la manifestazione del Pdl a Roma, quella del 23 marzo, il senatore Antonio D’Alì è l’ospite di serie A di una trasmissione politica a Radio Castelvetrano. Anzi, meglio dire RCV (che piace di più al suo editore).
I conduttori sono due giornalisti: Vincenzo Carrara, genero dell’ex presidente del consiglio comunale Francesco Lombardo e Filippo Siragusa, ieri portavoce dell’ex presidente della Provincia di Trapani, Mimmo Turano, oggi del consigliere regionale Giovanni Lo Sciuto. Insomma, due persone non certo improvvisate, che di politica si occupano da tempo.
Appena comincia la trasmissione, D’Alì non è ancora arrivato che già si parla di democrazia: “Non può essere democratico solo chi vota in una certa area politica. La democrazia è a 360 gradi”.
La premessa lascia già intuire quali potranno essere invece i gradi della posizione assunta dai due conduttori, che intanto commentano la manifestazione del Pdl contro i magistrati, avvenuta il giorno prima.
I commenti, ovviamente, sono a favore. Secondo Carrara è un fatto storico, non tanto perché un miliardario si sia potuto permettere di affittare un intero servizio di trasporto pubblico per un comizio di partito, ma perché il Pdl ha evitato i costi a carico della collettività. Il significato, per Carrara, è logico: “Il Pdl dà esempio di come organizzarsi e gestire la città”.
“Certo – gli fa eco Filippo Siragusa – non possiamo mettere a carico della comunità e della pubblica finanza anche il costo della politica”.
Esagerazioni? Ma quando mai. Soprattutto alla luce di quegli autobus pieni di persone reclutate dall’agenzia Aba Video, pagate 10 euro l’uno. Altro che gravare sulla comunità, Berlusconi ha fatto molto di più. Lo sanno tutti che è uno generoso.
Intanto che si aspetta l’arrivo di D’Alì, dice qualcosa anche Pietro Sciacia, consigliere del Pdl castelvetranese. I due conduttori sono convinti che si chiami Ciacio, ma lui giustamente li corregge. E parla del porticciolo di Selinunte che si riempie sempre di alghe e dell’auspicio di pulirlo per farci il bagno d’estate. Forse troppo emozionato per l’imminente arrivo di D’Alì, al consigliere Sciacia gli sfugge che la balneazione è comunque vietata in tutte le zone portuali, alghe o non alghe.
Quando il senatore arriva, dice che il ricorso alla piazza è giustificato a causa di “una certa informazione che ha cercato sempre di sminuire la presenza del Pdl nella grande area del centro destra, indicandola come perdente e in calo”.
Già, una certa informazione. Ma qui il senatore è tra amici. E a Radio Castelvetrano (anzi, a Rcv) l’informazione gli vuole bene. Infatti non gli chiedono esplicitamente del concorso esterno in associazione mafiosa e dell’accusa sui rapporti a partire dagli anni novanta, con esponenti di Cosa nostra, tra cui Matteo Messina Denaro.
Filippo Siragusa tenta un approccio soft: “C’è una domanda che voglio fare al senatore D’Alì, proprio per essere magari anche in tiro con chi vuole che il giornalismo debba parlare anche di giustizia e di giustizialismo. Lei in questo momento ha a che fare con i magistrati per una vicenda che riguarda proprio, in qualche modo questa città. Tonino D’Alì… Castelvetrano… insomma… in qualche modo… c’è di mezzo… una storia. Questa è la città di Matteo Messina Denaro, lei è stato sottosegretario dell’Interno e credo che può dirci quello che ha fatto anche per cercare dicontrastare la legalità. Ma la mia domanda è proprio questa: il rapporto di questa città col senatore D’Alì qual è stato?”
Anche Siragusa è emozionato. “Cercare di contrastare la legalità” è un lapsus che irrompe nel sudato slalom di parole. Chissà, magari pensava all’allontanamento del prefetto Sodano…
D’Alì risponde serenamente, dicendo di aver già esibito documenti, atti e testimonianze importanti “che hanno documentato la mia assoluta estraneità ai fatti che mi vengono contestati”.
Tiene poi a precisare di non aver mai “utilizzato il sistema mediatico per confutare, diciamo, alcune presunte accuse nei miei confronti”.
Ma ad essere “presunti” al massimo potranno essere i reati, in mancanza di una condanna. Le accuse no: quelle ci sono eccome.
E quali sono? Qualcuno glielo chiederà?
No, Carrara gli fa un’altra domanda: “Senatore, perché in Italia la giustizia è così lenta?”
Per da’Alì è un invito a nozze: “Intanto per norme di procedura. Ma anche lì, per l’utilizzo di queste norme di procedura che sono alcune inclinazioni, chiamiamole così, di una parte molto ristretta ma influente ed evidente della magistratura”.
L’intervista procede molto bene, toccando tanti altri argomenti, dal sostegno alle liste civiche al parco archeologico, dalla chiusura delle sezioni distaccate dei tribunali all’America’s Cup.
In studio, il consigliere Sciacia non interviene più. Il microfono è tutto per D’Alì. In tanti dal web ascoltano l’intervista. E chi su Facebook scrive che il Pdl è già in campagna elettorale e che la si può fare anche nelle radio locali, facendo finta che sia informazione e approfondimento, viene considerato antidemocratico.
“Il senatore ha il diritto di parlare, così come noi diamo il diritto a tutti – afferma Filippo Siragusa – La democrazia non è solo per chi sta da una parte e chi sta da un’altra parte non ha diritto né a parlare né a dire niente”.
Il giornalista si infervora in difesa della democrazia, mettendo in guardia d’Alì dal pericolo della tirannide: “Stiamo attenti senatore, perché questo tizio mi fa pensare alla repubblica di Weimar… Spero che non ci sia Hitler dietro l’angolo… Non lo so, accusato pure di fare campagna elettorale… ma non ci sono elezioni in questo periodo”.
È vero, non ci sono elezioni in questo periodo, ma sono “tutti pronti a una nuova campagna elettorale per vincere davvero alla grande”. L’ha detto Berlusconi alla manifestazione di Roma. Coi soldi propri, ovviamente.
Egidio Morici
www.500firme.it
e.morici@alice.it