Territorio

Castelvetrano, nasce la sala bellezza in reparto Oncologia

Una crema piuttosto che un’altra. La cura dei capelli, magari laddove necessario scegliere una parrucca. Un trucco che meglio incide il sorriso. Ecco a cosa serve la sala make-up “Sentiero della vita” che è stata inaugurata stamattina presso l’Unità di Oncologia dell’ospedale “Vittorio Emanuele II” di Castelvetrano. Ci sono voluti alcuni mesi per realizzarla, seppur l’idea è nata nel 2015: «Ero con l’ex responsabile dell’Unità Liborio Di Cristina e ricordo che fu l’esperienza di Giusy, una nostra paziente che oggi non è più con noi, a suggerirci di realizzare questa sala. Lei iniziò a farci capire l’importanza del truccarsi, di farsi i capelli, di utilizzare accessori, seppur con la malattia addosso», racconta Eliana Gucciardo, psicologa dell’Unità. Quell’idea s’è realizzata ora, grazie a una casa farmaceutica e all’Asp Trapani che ha svolto i lavori di muratura. La sala è nata in una zona del vano d’attesa per i pazienti e a prendersene cura saranno due volontarie ospedaliere, Grazia Urso e Giusy Mistretta, che si sono formate proprio in estetica oncologica. Due saranno i giorni d’apertura della sala dedicati ai pazienti.

«Qui ci prendiamo cura dei pazienti non soltanto dal punto di vista medico ma anche psicologico – racconta Angela Accardo, responsabile dell’Unità operativa di Oncologia – la malattia stravolge la vita e l’aiuto ai pazienti, a 360 gradi, è necessario». Il commissario straordinario dell’Asp Trapani Vincenzo Spera ha fatto un plauso ai volontari: «L’aspetto umano che si respira qui dentro è quello dell’essere accolto col sorriso», ha detto. Alla cerimonia di stamattina è stato presente anche il Vescovo monsignor Angelo Giurdanella: «Quando si scopre di avere un tumore tristezza e preoccupazione coinvolgono non solo il malato ma anche la famiglia – ha detto il Vescovo – qui emerge la forza delle relazioni che il personale di questo reparto mette in campo con le famiglie e i pazienti. E a tutti loro va il mio grazie per il servizio svolto».

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Max Firreri