Pensare di ripristinare i luoghi e fare diventare Triscina come era prima degli anni ’70 è impensabile. Piuttosto «bisogna pensare al patrimonio immobiliare di Triscina come una risorsa, intervenendo con un nuovo piano urbanistico particolareggiato di recupero». Lo scrive il movimento politico “Castelvetrano rinasce” in una nota. All’Assemblea Regionale Siciliana, nei mesi scorsi, si è discusso di una nuova legge che potrebbe “condonare” gli abusi edilizi compiuti sino all’ottobre 1983, aprendo, di fatto, nuovamente il dibattito su abusivismo e sanatorie. Il movimento ammette che, «pur se l’abusivismo ha danneggiato in modo irreparabile uno tra i luoghi più belli e suggestivi della costa italiana, Triscina mantiene una spiaggia e un mare stupendo». Da qui alcune proposte: nuovi interventi di arredo urbano, infrastrutture ricreative, sportive, culturali e di aggregazione sociale che possano allungare la stagione dell’uso turistico della borgata, anche valorizzando la frazione come seconda porta di accesso al Parco archeologico di Selinunte.
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Una volta che si dirada la cortina fumogena delle belle proposte, rimane una domanda senza risposta : dove sono i progetti e, soprattutto, le risorse economiche per passare dalla fantasia alla realtà ?.