Apertura di un Centro per giovani e istituzione della Consulta comunale giovanile. Sono queste due delle iniziative che l’Assessore comunale alle politiche giovanili Graziella Zizzo vuole realizzare e alle quali sta lavorando. Il Centro è stato pensato nell’ottica di essere non soltanto un luogo d’aggregazione ma anche un laboratorio in cui attivare corsi di pittura, di teatro, di fotografia, di cucina, artigianato, scrittura creativa, video «utilizzando, per valorizzarli, i tanti talenti che abbiamo fra i ragazzi stessi» spiega la Zizzo. La Consulta comunale giovanile – che non è certo una novità visto che in altri Comuni esiste già da anni – vuole, invece, essere un organo che partecipa direttamente alla vita politica, sociale, culturale della città avanzando proposte, iniziative e progetti, su tematiche giovanili che li riguardino.
L’Assessore, che è anche psicoterapeuta, fa l’analisi del momento della pandemia che stiamo vivendo, «una fase che ha radicalmente stravolto la vita di tutti noi provocando un grande malessere psicologico». «Chi sta pagando in assoluto il prezzo più alto sono sicuramente i bambini ed ancor di più gli adolescenti che hanno subìto danni più intensi e profondi a causa della privazione di tutto ciò che è vitale per la loro crescita e per il loro benessere: i rapporti con i coetanei, la scuola con le tante esperienze che offre, l’attività sportiva, la leggerezza e tanti altri aspetti che, in una fase della vita già di per sé complessa e delicata, sono fondamentali» spiega Graziella Zizzo.
«La DAD, come molti esperti sostengono, ha avuto ripercussioni negative che tutt’ora permangono, sia dal punto di vista psicologico, che rispetto al rendimento scolastico e dell’interesse per lo studio. Difficoltà a concentrarsi e a memorizzare, noia, affaticamento sono i vissuti di che la maggior parte degli adolescenti lamentano», spiega ancora la Zizzo. E se per molti il ritorno in presenza a scuola significa un ritorno alla normalità, per la Zizzo non è così: «tante sono le lacune da colmare, si sono acuite le disparità culturali e la “didattica mista” con una parte della classe in presenza e una in DAD sembra un marchingegno infernale che, a detta degli insegnanti e dei ragazzi comporta uno stress ancora più pesante. Basta pensare che gli studenti online devono rimanere a seguire le lezioni per ben 6 ore». Che fare? «Resistere e aggrapparsi più forte a ciò che amiamo. Soprattutto ai giovani: non fatevi sfuggire amicizia, amori, interessi, musica, progetti, sogni» conclude la Zizzo.