Dopo l’accensione, è cominciata una nuova fase nell’avventura dell’acceleratore Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra.
Ieri è stata una giornata storica, carica di emozioni e dal ritmo serrato per tutti i ricercatori coinvolti nel progetto. “Abbiamo lavorato fino a tardi – dice il responsabile del collaudo dei sistemi tecnici dell’Lhc, Roberto Saban – e da ieri sera abbiamo cominciato la fase di sincronizzazione”. Questa consiste nell’iniettare il fascio e nel bloccarlo dopo una sola rivoluzione completa dei 27 chilometri dell’acceleratore.
“Dopo ogni rivoluzione si osserva la traiettoria dei fasci e si interviene per perfezionarla”.
I fasci sono stati iniettati in modo da alternare quello in senso orario e quello in senso antiorario e i fisici del Cern hanno lavorato fino a tardi. Un’operazione finora ripetura un centinaio di volte. “Alla fine eravamo molto stanchi e abbiamo interrotto per alcune ore nella notte. Abbiamo ripreso questa mattina presto e ora siamo entrati nella nuova fase del collaudo con il fascio”.
Dopo che il fascio di protoni ha circolato nella macchina in senso orario e antiorario “a tappe forzate”, adesso la macchina richiede una fase di sincronizzazione dei fasci. Per questo motivo, spiegano dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), sarà necessario far compiere ai fasci almeno un migliaio di giri. Un’operazione, questa, che richiederà alcuni giorni: impossibile, al momento prevedere quanti. Si tratta di mettere a punto le migliaia di magneti dell’ acceleratore in modo che tutti insieme, in sincronia, riescano a orientare i due fasci in modo perfetto. Si possono immaginare i magneti come rotaie più piccole, posizionate in modo da compensare eventuali imperfezioni nella traiettorie delle particelle dovute ai grandi magneti. Il passo successivo, conclude Saban, sarà accendere i sistemi di radiofrequenza, vale a dire i motori che accelerano le particelle e che tra alcuni giorni permetteranno di iniettare i due fasci contemporaneamente.
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