Il noto scrittore, Roberto Alajmo, che si trovava a Castelvetrano per la presentazione del suo libro, nell’ambito della rassegna “Lavori in Corso” di A’ Disa, scrive su Repubblica:
Che ci fa Adriano Sofri tutto desolato, in un bar di Castelvetrano? Ti avvicini, ti presenti, gli chiedi.
È qui per un fallimentare giro turistico. E’ stato a Mazara per vedere il Satiro Danzante e lì ha scoperto che era stato mandato in prestito chissà dove. Allora è venuto a vedere l’ Efebo di Selinunte, ma anche quello è in tournée.
Prima che gli venga in mente di arrivare fino a Mozia, lo avverti: anche l’ Auriga si trova in trasferta. Uno di quei casi in cui ci si vergogna di essere siciliani. I tre grandi capolavori dell’ arte statuaria classica concentrati nella provincia di Trapani sono tutti e tre all’ estero. Pare che prestiti del genere si facciano per il futuro ritorno d’ immagine – almeno, speriamo. Ma tutti assieme? Per un periodo così lungo? In cambio di nulla? Non risulta che ci sia stato uno scambio: a Mazara, Castelvetrano e Mozia, di sicuro non c’ è niente, solo un ideale cartello “torno subito”, Un ideale cartello di bronzo, tanto da pensare che quel “subito” vada inteso con molta elasticità.
Adriano Sofri, giornalista e scrittore, è stato condannato a 22 anni di carcere, dopo un lunghissimo iter giudiziario, quale mandante dell’omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi.
Condannato nel 1990 è stato scarcerato nel gennaio 2012, per decorrenza della pena. Sofri si è sempre dichiarato estraneo alla vicenda e non ha mai presentato richiesta di grazia. Nel 2009, in una intervista al Corriere della Sera, pur ribadendo la sua innocenza, si è assunto la corresponsabilità morale dell’omicidio.
Ecco cosa scrive sulla sua pagina facebook il l’ex leader di Lotta Continua
AUTORE. RedazioneAvrei voluto tornare a Mozia, a rivedere il bellissimo efebo con la mano che gli ghermisce un fianco (è la sua mano, ma la mutilazione l’ha resa misteriosamente altrui). Però l’efebo, che era stato mandato a Londra per le Olimpiadi, è andato negli Stati Uniti, al Getty di Malibu, e successivamente a Cleveland, dove resterà fino al 2014. Avete letto bene: fino al 2014. Un viaggetto di un paio d’anni per quel presunto auriga.
Allora ho dirottato di poco il mio viaggio fino a Castelvetrano, per vedere l’efebo di Selinunte. Sono arrivato poco dopo l’una, il museo era chiuso e annunciava la riapertura alle 15, ho gironzolato e alle 15, puntualmente, hanno aperto, sono entrato e ho letto un minuscolo cartello sul tavolo della bigliettaia: “L’efebo di Selinunte si trova a Shanghai”.
Ho pensato che faremo una gran figura all’Esposizione universale, e che potrebbero scriverlo anche sul portone del museo chiuso. Era ancora presto, e sono andato a Mazara del Vallo, a rivedere il Satiro danzante. Che però è anche lui a Londra, alla Royal Academy, e anche lì sarà un figurone.
Per fortuna, fino al tramonto, era aperto il parco archeologico di Selinunte, e ho potuto passeggiarci da solo come un viaggiatore del ’700, e poi andare a guardare il tramonto dalla spiaggia di Jojò: magnifico, sole mare cielo e templi. Eccitato da tanta bellezza, la mattina dopo sono andato al Museo archeologico di Palermo, dove sono custodite le meravigliose metope di Selinunte, però è chiuso per restauri, che avrebbero dovuto essere completati a dicembre, ma non ce l’hanno fatta e dureranno, mi hanno detto, “ancora qualche mesetto”.
Che è già meglio di qualche mese, il mesetto. Allora, non vi spazientite, sono partito alla volta di Cefalù, a rivedere il sorriso dell’ignoto marinaio. Non occorre che vi dica che il museo Mandralisca era chiuso, per dei lavori “elettrici”. C’era un signore gentile, gli ho chiesto come mai non avessero diffuso la notizia, mi ha detto che in effetti, non l’hanno diffusa. (Ehi, non l’hanno scritto nemmeno nel sito ufficiale del Museo: acqua in bocca).
Non c’è niente di più emozionante di un viaggio in Sicilia: non c’è praticamente un solo punto in cui non ci sia qualcosa da vedere.
un’altra vergognosa pagina del quotidiano esistere siculo in questo rutilante anno 2012….
Per fortuna che al parco archeologico di Selinunte c’è andato prima dello 18,00 “orario di chiusura dello stesso” credo che il turismo nel 2012 non si possa fare più così.
Povero Adriano, meno male che Jojò esite!!
viva il Jojò
Intanto un viaggio in Sicilia merita sempre e comunque….e poi esiste Internet….una surfata oltre alle chat beh la si può fare anche per informarsi…
Già. Viva Yoyo. Il primo ( e finora unico ) esercente balneare siciliano che ha capito cosa significa ‘destagionalizzare’ . Lui é ancora aperto ad Ottobre, perché sa che gli svizzeri godono di ferie lunghe in quel mese. Ed a Marzo già riapre perché già in Italia sciamano i russi. Poi arrivano i tedeschi.. Tornando al pezzo di Sofri, io non so chi sarà il prossimo assessore al turismo ed ai beni archeologici della Regione Sicilia, ma, chiunque sia, farà a bene a stamparselo, questo commento, ad incorniciarselo, appenderselo in ufficio e leggerselo ogni giorno, fino a quando non cambierà questo stato di cose. E ricordo che ancora dovrebbe essere appeso quell’altro quadretto, quello con la lettera a ‘repubblica’ di due malcapitati turisti torinesi, illusi che si potessero visitare selinunte e la Valle dei templi usando solo i mezzi pubblici, ed i cui problemi iniziarono non appena scesi alla stazione di Castelvetrano. E che non andarono mai più ad Agrigento. P.S.. se Crocetta é indeciso sulla scelta dell’assessore al turismo, io un nome ce l’ho: Yoyò!
Mi intenerisce la costanza di Sofri: ha continuato a cercare, cercare… Ha trovato i templi perchè quelli non li possono mandare “in trasferta”, ha trovato il confort dell’ospitalità affabile di Yoyo, ha trovato il mare…I viaggiatori del ‘700, a mio avviso, trovavano molto di più. Non a caso ci hanno lasciato stupende testimonianze in pittura e letteratura!Non sono contraria a che altri popoli contemplino le meravigliose testimonianze artistiche della Sicilia, ma ci vorrebbe il criterio che decisamente manca!
La causa? Siamo distratti, superficiali, ignoranti? Le competenze, a parer mio , mancano le competenze!!
Valenziano…mi rifaccio al suo precedente post riguardo gli elogi all'”unico” esercente balneare di Selinunte, ricordando e sottolineando che, così come viene definito, è “unico” in quanto è impossibile a Selinunte diventarlo e che, malgrado le possibilità di spazio disponibili, a nessuno verrà mai concesso di diventare un esercente balneare in tutta la parte di costa rimanente….questa è la vita…
non so se lo fa ancora, ma sono rimasto shockato quel giorno di tanti anni fa quando non ci è stato dato un bicchiere di carta ma di vetro, eravamo al Yoyo. Poi successe di peggio e quasi ero privo di sensi, vi era un cartello appeso vicino le scale con i tempi di smaltimento, o assorbimento se vuoi, biologici per un mozzicone di sigaretta, per un chewinggum, per un bastoncino igienico con stelo in plastica, …
La mia compagna di allora, non italiana, mi chiese se eravamo ancora in Sicilia o se notte tempo l’avessi portata su un’altra isola, ma io tanto ero già svenuto per lo shock, figurati venivamo da Triscina.
Viva Yoyo
@giuseppe: ma che dice? A parte che, andando a memoria, c’è pure Rizzuto alla pineta ed almeno un altro stabilimento a Triscina, le concessioni per il lidi vengono tuttora rilasciate dalla Regione siciliana sulla scorta di un piano di utilizzo del demanio marittimo, aggiornato periodicamente dai comuni. Io non lo so cosa é previsto per Castelvetrano. Di certo bisogna osservare delle distanze di rispetto, e probabilmente, a Marinella di spazio disponibile ne sarà rimasto poco. In ogni caso dire che é ‘impossible’ ottenere una concessione non è esatto. S’é rivolto all’ufficio competente? Nel suo caso l’U.DE.Ma. ( ufficio demanio marittimo ) di Mazara del Vallo? @franko: se ti viene fame presso un qualunque stabilimento della zona ti proporranno il solito panino alla piastra, od insalatona, o pasta precotta. Il menù di Yoyò é invece a base di sardi arrustuti allo stocco, nocellara, tuma e pane nero. Esattamente quel che cercano i turisti! E non solo i turisti..
è facile dire “viva JOJO’”, nulla da dire sul posto scelto da lui e concessogli dall’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente, ma ricordiamoci che nn è lui che fa la bellezza della zona, lui le sta solo mettendo a frutto sfruttando la sua capacità manageriale ed organizzativa, ma è la spiaggia, il tramonto che si gode da quella spiaggia (che nn è la spiaggia di JOJO’ ma, se ricordo bene si chiama spiaggia CALANNINO) e la spettacolare vista da quella spiaggia. Però nulla toglie che magari se il locale nn era aperto il Sig. SOFRI non sarebbe sceso in spiaggia e non avrebbe goduto di quello spettacolo che offre la natura e la cultura del luogo. Ultimo appunto, lo dico forse perchè amo le spiagge libere, ma qualche altro lido posto sotto la pineta, secondo me, rovinerebbe un’attimo lo scenario che si offre ai visitatori.
Se non fosse stato A. Sofri a rilevare quanto scritto nell’articolo, ma un semplice cittadino che non gode della stessa notorietà, gli si avrebbe dato la stessa rilevanza? Chissà?
Da quello che ho notato io al Yoyó (o se lui permettete Yoyò) si è saputo cogliere lo Zeitgeist del momento, del passato, del presente e sono sicuro riuscirà a cogliere anche quello del futuro. Non è un caso che i turisti vanno li volentieri. O forse qualcuno crede che veramente non sia ALTAMENTE VERGOGNOSO servire caffè in bichieri di plastica? Personalmente io di altri “Lidi” non ne farei aprire nessuno, e se sì caso mai l’ambiente lo permetta, solo sotto la dirigenza di chi sa veramente fare.
Io ho avuto il piacere di mangiare un paio di volte da Yoyò, vino e acqua in bichieri modesti ma per l’occasione adatti e cosa che i turisti riguardano e richiedono, di VETRO e non di plastica. Già bastano le cataste di spazzatura sulle strade di Cinisi che quasi si vedono dall’aereo all’atterraggio, se poi si offre da mangiare e da bere in piatti e bichieri di plastica è il colmo. Cosa secondo voi, e mi rivolgo ai gestori che offrono cibi e bevande in contenitori di plastica, pensa il turista con cultura ambientalista avanti di 30-40 anni rispetto alla vostra (quella dei gestori che distribuiscono plastica), cosa viene in mente a quel turista? Ve lo dico io, gli viene l’idea di non farsi piu vedere in Sicilia per non contribuire ulteriormente al degrado ambientale.
Bisogna sapere che i turisti venivano in Italia/Sicilia per la genuinità delle cose, genuinità che diventa sempre piu difficile trovare.
Sì Valenziano, è vero, in Sicilia oggi in molti posti ti vengono offerte delle schifezze allucinanti, come nel nord Europa di 35 anni fa.
Invece ho visto anche in che maniera assolutamente pittoresca Yoyò si sia rifornito di pesce un giorno che ero li a pranzo con una compagna straniera, queste sono le cose per le quali la Sicilia e i Siciliani/e vengono invidiati e ammirati dai turisti, paesaggio incantevole, gente genuina, modesta e rispettosa dell’ambiente intorno.
Cheers, franKo
Dimenticavo,
viva Yoyò
Best wishes,
franKo
@antonino leone: non ho capito bene quand’é che Sofri si sia fatto vivo a selinunte. A Novembre? Ad ottobre? In ogni caso, come sottolinea lei, ha trovato il lido zabbara aperto. Mentre nella tanto declamata san Vito lo Capo. “la spiaggia più bella d’Italia” “il fiore all’occhiello della provincia di Trapani”….a fine agosto già chiude tutto. l’ho notato una volta al cous cous fest..c’erano solo i gazebo della manifestazione attivi. Lo stesso é a Marsala, dove lo stop alla balneazione é determinato dalla vendemmia. A Mazara si resiste un paio di settimane in più. E poi si parla di destagionalizzazione come risorsa..