Nel giorno della Giornata internazionale della donna, la realtà del nostro territorio può dirsi orgogliosa di vantare il gentil sesso alla direzione di tutti gli istituti scolastici castelvetranesi; un compito assai arduo quello di educare le menti del nostro futuro, di formarli nel passaggio dall’infanzia, all’età adulta, il percorso più importante della vita di un individuo. Il compito di queste donne dirigenti è un compito arduo e importantissimo, che permette loro di formare quelle menti che consentiranno a questo paese di vedere il mondo con occhi diversi, equi, inclusivi e giusti.
Ma chi sono queste donne e madri che giorno per giorno guidano gli Istituti dove si formano le nuove generazioni? Dall’infanzia, alle elementari, fino alla scuola secondaria di primo grado, gli Istituti sono guidati da Vania Stallone e Maria Rosa Barone; a dirigere gli istituti superiori sono, invece, Tania Barresi, Rosanna Conciauro e Maria Luisa Simanella. Ma come conciliano il lavoro con la famiglia? Come affrontano la guida di un Istituto scolastico? «Conciliare la vita privata con la professione di dirigente scolastico è stata per me una sfida complessa, ma anche profondamente gratificante – racconta Vania Stallone che guida l’istituto “Giuseppe Di Matteo” – la giornata di un dirigente scolastico è spesso imprevedibile, con emergenze e imprevisti che richiedono flessibilità, però è fondamentale saper stabilire delle priorità, delegare compiti e organizzare il lavoro in modo efficiente. Ritagliarsi dei momenti di pausa e di riposo è essenziale per mantenere l’equilibrio tra vita professionale e vita privata il cui confine può essere labile, soprattutto quando si è appassionati del proprio ruolo». La passione per l’eduzione? «È stata la principale motivazione che mi ha spinto a intraprendere questo percorso».

Simanella – Stallone – Barone – Barresi – Conciauro
Rosa Maria Barone è preside da 11 anni dell’Istituto “Lombardo-Radice Pappalardo”: «Ho sempre avuto un approccio da insegnante, perché con empatia si entra nell’intimo di una persona – racconta – quello che più mi manca è il contatto fisico che penso sia fondamentale nella crescita. Il mio obiettivo é innovare e rinnovare, promuovere ed evolversi così come fanno i ragazzi, migliorarsi ogni giorno ed aprire la mente alle sfide, perché oggi i ragazzi sono cambiati e con loro, anche noi».
Tania Barresi guida il polo liceale della città: «Da quando ho iniziato a insegnare ho avuto il supporto della mia famiglia e di mio marito, destreggiandomi tra figli e scuola. L’incarico di dirigente è arrivato quando i miei figli erano già in grado di gestirsi, e questo mi ha permesso di dedicarmi interamente alla scuola. Testimone nella mia vita è stato mio padre che è stato maestro». Il contatto coi ragazzi? «Mi motiva ogni giorno – racconta la Barresi – comprenderli, ascoltarli, entrare nel loro mondo. Ora che sono alle porte della pensione penso proprio che tutto questo mi mancherà».
Maria Luisa Simanella guida in reggenza l’Istituto commerciale “G.B.Ferrigno-V.Accardi”: «Penso che l’empatia sia la chiave per intessere la giusta educazione, ma tutto questo deve essere fatto insieme , insieme al corpo docente, punto fermo della scuola, con un orizzonte comune anche su fronti diversi – racconta la dirigente – perché l’approccio di un docente è un approccio reale, fisico, e grazie a loro il ruolo di un dirigente diventa versatile, al passo con le aspettative, con i tempi, tende ad alleggerirsi in vista di una scuola che cambia giorno dopo giorno. L’obiettivo è autorevolezza ma mai autorità».
La scelta di celebrare la Giornata internazionale della donna proprio l’8 marzo appare incerta. In realtà è collegata strettamente al clima politico di inizio ‘900, quando aumentarono le proteste e le rivendicazioni delle donne contro lo sfruttamento, i bassi salari, le discriminazioni sessuali e per ottenere il diritto al voto. Non una festa ma un’affermazione all’interno di una società che stabiliva la diversità di genere sminuendo e calpestando l’essere umano nella sua più intima essenza.