Clara uccisa da un bracconiere. Rabbia per la sua morte

Ucciso da un colpo di fucile in Sicilia occidentale un giovane capovaccaio liberato nell’ambito di un progetto di conservazione

Il capovaccaio è un piccolo avvoltoio che in Italia corre il rischio di estinguersi: sono poco più di dieci le coppie che ancora nidificano nel nostro Paese, concentrate in due sole regioni meridionali (Basilicata e Sicilia). Da anni si cerca di sostenere questa popolazione minacciata liberando giovani individui nati in cattività.

Nell’agosto 2018 due femmine di capovaccaio nate in cattività, Bianca e Clara, sono state liberate nel Parco Naturale della Murgia Materana, in Basilicata, dall’associazione CERM Centro Rapaci Minacciati e da ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale nell’ambito del LIFE Egyptian vulture, un progetto finalizzato alla conservazione del capovaccaio che viene sviluppato in Italia e nelle Isole Canarie con il cofinanziamento dell’Unione Europea.

Clara

Partite entrambe il 3 settembre dall’area di rilascio, la Murgia materana, per la migrazione verso l’Africa sub-sahariana, le due giovani sono giunte speditamente nella Sicilia occidentale e da lì avrebbero dovuto “saltare” in Tunisia.
Invece, il 9 settembre il colpo di fucile di un “bracconiere” ha stroncato la vita di Clara, circa 10 km a nord-ovest di Mazara del Vallo, nel trapanese. Quel colpo di fucile ha costretto Clara a due giorni di sofferenza e le ha impedito di proseguire il suo lungo viaggio. Ha anche impedito che Clara potesse rappresentare una speranza in più per la popolazione di capovaccaio italiana perché quel piccolo avvoltoio, abbattuto da un delinquente a pochi mesi dalla nascita, non potrà fare ritorno in Italia, trovare un compagno e contribuire alla perpetuazione della propria specie.

Sette pallini di piombo distribuiti nel suo corpo sono stati evidenziati dalle radiografie prontamente effettuate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, dove la sua carcassa era stata conferita Carabinieri del Servizio CITES della Sicilia che l’hanno rivenuta la mattina del giorno 11 settembre, attivati dal Raggruppamento Carabinieri CITES di Roma su segnalazione dell’associazione CERM. Un ritrovamento che si deve al fatto che Clara era equipaggiata con un dispositivo di monitoraggio che consentiva di seguirne costantemente gli spostamenti e conoscerne la precisa localizzazione.

Nata il 25 maggio 2018 al CERM Centro Rapaci Minacciati di Rocchette di Fazio (GR), Clara era stata liberata il 16 agosto insieme alla sorella Bianca a poca distanza dalla città di Matera, con una lunga e complessa operazione iniziata a fine di luglio che aveva previsto anche un periodo di ambientamento di sei giorni in una apposita cassa-nido installata nella Murgia. Personale del CERM, di ISPRA e numerosi volontari hanno collaborato alla riuscita del rilascio, nutrendo ben altre speranze sulla sorte dei due avvoltoi.

Clara con i genitori

Purtroppo è noto che la Sicilia occidentale rappresenta per i rapaci migratori e per l’avifauna in genere una sorta di gigantesco “buco nero” nel quale vengono inghiottiti ogni anno innumerevoli uccelli a causa di un bracconaggio intenso e diffuso. Solo il monitoraggio di Clara mediante un datalogger GPS/GSM ha permesso l’emersione di un reato che, è logico pensare, sia commessi di frequente nell’area.

I pallini che hanno centrato il corpo di Clara hanno vanificato i tanti sforzi profusi per la sua nascita in cattività e per l’organizzazione del suo rilascio: c’è chi lavora con passione per assicurare un futuro a specie che stanno scomparendo per molte diverse cause antropiche e c’è chi ancora, nel 2018, non riesce a dare un senso alla sua esistenza se non sparacchiando qua e là ed è così idiota e criminale da ammazzare un rapace protetto, in via di estinzione e la cui migrazione è seguita da centinaia di persone.

Si spera almeno che la morte di Clara possa servire a dare un giro di vite all’anarchia che vige nell’area e spingere ad un contrasto più efficace del virulento ed impunito bracconaggio che vi regna.

Clara

Migrazione di Clara

Clara morta

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  • Vergogna.
    Le istituzioni dovrebbero revocare tutte le licenze di caccia.
    Cosi, come sempre capita, per un idiota ne piangeranno le conseguenze tutti.

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Comunicato Stampa