claudio sesto castelvetranoVi abbiamo recentemente raccontato di due ragazzi della nostra città che per motivi di lavoro, oggi vivono nell’estremo oriente del nostro Pianete.

Oggi è la volta di Claudio Sesto, un brillante giovane di Castelvetrano che dopo gli studi universitari presta la sua consulenza ad importanti aziende nel settore informatico tra Svizzera, Inghilterra, Slovenia e Germania.

Lasciamo che sia lo stesso Claudio a trasmetterci le emozioni della sua avventura lavorativa:

Sono onorato, sorpreso e grato per la possibilità di parlare della mia esperienza. E’ un po’ come nel film Sliding Doors, però, l’unica differenza è che le due possibili vite le ho vissute una dopo l’altra, fino ad oggi. Per fortuna, direi.

Il vero spartiacque è costituito dal momento in cui arrivai nel Regno Unito, per sciacquare i panni nel Tamigi, al fine di poter dare un respiro internazionale alla mia tesi di dottorato. Era il settembre del 2009 quando per la prima volta varcai la soglia della Royal Holloway University of London e cominciai a frequentare dei corsi sul filone dei cosiddetti ‘Cultural Studies’. Il mio inglese era tutt’altro che fluente ma riuscivo a comunicare. Potrei raccontare molti aneddoti su questa esperienza, ma ci tengo a condividerne due in particolare.

Il primo, ha a che fare con la mia sorpresa quando scoprii che alcuni corsi che avrei frequentato avrebbero avuto per oggetto i film, fumetti e persino i videogiochi. Lo stupore fu ancora più grande quando, dopo questi corsi, mi resi conto di avere finalmente aperto gli occhi. I corsi che avevo ritenuto assolutamente futili, si sono rivelati essere tra i più interessati mai seguiti nella mia vita. In assoluta sintesi, posso dire che film, fumetti o videogiochi sono degli strumenti utilizzati per veicolare dei messaggi e possono condizionare il nostro modo di pensare più di quanto si possa immaginare. Basti pensare che i primi videogiochi che io ricordi erano ambientati in luoghi che rimandavano all’est europeo, guarda caso si era in periodo di Guerra Fredda. Da molti anni, ormai, invece il nemico si trova in luoghi arabeggianti.

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Il secondo, aneddoto, è relativo ad una corsa in taxi (cab) a Londra. Avevo fornito la destinazione al conducente, che era partito. Dopo un po’ si ferma per chiedermi maggiori dettagli e comincia a guardare lo stradario per definire il percorso più breve, ma nel frattempo notai che l’importo del tassametro continuava a crescere. Prima di ripartire, però, il tassista resettò il tassametro. Fui quasi commosso dal gesto.

Il primo aprile del 2010 ritornai a Roma, dove vivevo da quando lasciai la Sicilia, dopo aver conseguito la maturità classica. Avevo già deciso che sarei voluto ritornare a Londra ed avevo il pieno appoggio della docente che si occupava della mia supervisione a Londra, a patto di trovare una borsa che finanziasse la mia posizione lì. Purtroppo da qualche anno nel Regno Unito stavano tagliando drasticamente i fondi destinati alla ricerca.

Ebbi subito l’occasione per ottenere quello che volevo, un bando che finanziava esperienze di perfezionamento post lauream. Circa il 60% della valutazione sarebbe stata attribuita tramite titoli, la rimanente parte attraverso un colloquio. Prima del colloquio mi ritrovavo primo in graduatoria con discreto margine ed ero consapevole di potermi giocare le mie carte durante il colloquio. La realtà fu piuttosto diversa, invece. Mi ritrovai quasi in fondo alla gratuatoria superato da tutti i colleghi che avevano frequentato il dipartimento che assegnava le borse. Cosa ancora più interessante, la differenza nel punteggio tra ogni candidato nella classifica finale era di mezzo punto.

A quel tempo, pur giovanissimo (per gli standard italiani) avevo già pubblicazioni su riviste italiane, una su rivista internazionale. Avevo avuto diverse esperienze di insegnamento a Roma e Latina, oltre a quella a Milano ottenuta tramite bando. Nel frattempo avevo anche molte collaborazioni con svariati enti pubblici e privati. Ero fluente in inglese. A quanto pare, però, tutto questo o non era sufficiente o era troppo. Decisi, quindi, che avrei preferito ricominciare da zero a patto di trovare prospettive ed opportunità.

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Un incontro casuale mi fece ottenere uno stage presso un’azienda multi paese di consulenza informatica, per la quale lavoro ancora. L’informatica era stata da sempre la mia passione e le conoscenze acquisite da autodidatta sono state ritenute sufficienti per cominciare lo stage. Qualche giorno dopo mi ritrovavo in Svizzera, a Bern, per avere la possibilità di imparare il mestiere su un progetto reale. Nel frattempo dovevo finire di scrivere la tesi di dottorato (pubblicata qualche mese fa). E’ proprio a questo punto che ho capito di vivere il mio personale Sliding Doors.

Ho lavorato circa 18 mesi per un cliente svizzero ed ho trascorso qualche mese in Svizzera. Da un giorno all’altro mi sono ritrovato in Slovenia, dove ho vissuto e lavorato per 14 mesi, fino al dicembre 2013 guadagnandomi lo status di frequent flyer per la prima volta. E’ stata un’esperienza meravigliosa, che mi ha arricchito anche e soprattutto sotto il profilo umano. La permanenza a Ljubljana ed il mio amico taxi driver mi hanno permesso di riappacificarmi con me stesso e conoscermi veramente. Dopotutto, la mia nuova vita era cominciata da poco tempo, ma mi aveva fatto collezionare parecchie decine di voli all’anno.

Da allora è cominciato il mio percorso di quella che di solito viene chiamata crescita personale, che continuerò a percorrere per il resto della mia vita. Da gennaio del 2014 ho cominciato a lavorare ad un nuovo progetto in Germania, a Frankfurt. Fino a settembre pendolare settimanale da/verso Roma, altre decine di voli messi in cascina. Avevo deciso di cambiare qualcosa nella mia vita e volare più per piacere, piuttosto che per lavoro. Da ottobre ad oggi, quindi sono ufficialmente espatriato in maniera stabile, finalmente!

Dopo aver vissuto in 4 paesi stranieri credo di poter dire che l’esperienza all’estero debba essere obbligatoria per tutti, almeno in un paese europeo, per scoprire che gli europei esistono e sono più vivi di quella Europa politica e burocratica di cui sentiamo parlare ogni giorno. Permette di scoprire ed educarsi alle differenze, ridere degli stereotipi ed abbracciare altre culture. Come tutte le esperienze, presenta pro e contro, ma quando ci si guarda indietro è possibile notare quanta strada sia stata percorsa. Solo l’interazione con la diversità mi ha permesso di trovare la mia autenticità.

Cosa ti manca della Sicilia?

Arancina_LondonDell’Italia sento poco la mancanza, sinceramente, ma della Sicilia, che ho lasciato 14 anni fa, mi mancano le cose più disparate: dalla luce del mattino o i colori del cielo all’alba ed al tramonto al mare, al chiaro di luna e cielo stellato delle notti d’estate in cui si sentono solo le cicale.

Talvolta mancano anche la brioche con granita, lu pani cunsatu, l’aliva più che la sarda. La pasta con i gamberetti, muddica atturrata ed il prezzemolo. Nonché la voglia di parlare in siciliano ed essere capito. Insomma, mi manca quel senso di Grande Bellezza che, però, in Italia pare sia stato perso da tempo.

Pensi di tornare a vivere in Sicilia?

Guardando al futuro, invece, lo vedo pieno di opportunità. Sotto il profilo lavorativo, dato anche il mio ruolo manageriale, spero di poter contribuire alla crescita degli uffici italiani, con l’assunzione di professionisti talentuosi. Il mio sogno, lavorativamente parlando, sarebbe quello di contribuire all’informatizzazione della burocrazia.

Sotto il profilo più strettamente personale, lavorerò alla crescita del mio blog su educazione finanziaria e risparmio e vorrei che dopo il libro pubblicato l’anno scorso ne vengano pubblicati altri, chissà, magari anche a breve.

In cantiere c’è anche un’evento a Castelvetrano, al quale sto lavorando da alcuni mesi e spero di poter dare notizia quanto prima. Ed ancora, scrivere il testo di uno spettacolo. Diventare fluente in tedesco, così da imparare altre lingue. Quasi dimenticavo, viaggiare, per piacere, comciando dal far visita ai tanti amici sparsi per l’Europa.

Concludendo, quello che vorrei dire è che spesso si sopravvaluta quello che è possibile ottenere in breve tempo, ma si sottovaluta quello che è possibile ottenere nel lungo termine, come afferma Bill Gates. Raggiungere un obiettivo richiede la costanza di muovere un passo ogni giorno verso la meta prestabilita. Molto presto è possibile raccogliere i primi frutti di quanto seminato, che forniscono un ulteriore stimolo ad andare avanti. Forse, per questo motivo, l’animale che più preferisco è la tartaruga.

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