Territorio

Come sta il fiume Belìce? Una start-up studia lo stato di salute

Un campionamento delle acque per conoscere lo stato di salute del fiume Belìce. È quanto ha fatto il CISS ONG, partner del progetto Start-up Belice negli scorsi mesi e che martedì mattina, proprio all’ingresso principale della Riserva naturale orientata foce del fiume Belìce di Selinunte, verranno illustrati. «Il campionamento – spiega Valeria Ferrante – è avvenuto in tre punti significativi del fiume per monitorare l’impatto antropico derivante perlopiù da attività agricole-industriali. Siamo partiti da una zona in cui l’impatto è minore per arrivare fino alla foce, in cui confluiscono le acque reflue, quindi l’impatto antropico è maggiore».

I tre punti dove sono stati effettuati i prelievi sono contrada Molino Firriato, contrado Borgo Vecchio, avvicinandosi così all’area in cui l’impatto antropico è connesso alla presenza di attività agricole-industriali, per poi arrivare fino alla foce, in prossimità degli stabilimenti balneari. Negli anni lo stato di salute del fiume Belìce è stato monitorato: già nel 2019 l’Arpa illustrò i campionamenti fatti nel 2016 e sia il Belìce sinistro che quello destro furono dichiarati corpi idrici a rischio.

Martedì si ritroveranno insieme tutto coloro hanno partecipato al partenariato. L’evento sarà inoltre un’occasione per scoprire da vicino gli interventi di custodia della Riserva sviluppati da Start-up Belìce, progetto sostenuto da Fondazione con il Sud che ha proprio l’obiettivo di accrescere la fruibilità e l’accessibilità del luogo e che è intervenuto in soccorso delle dune costiere e della loro straordinaria importanza ecologica e naturalistica. Il progetto ha come capofila l’Aias di Castelvetrano e poi l’Ong Ciss, il Cresm, la cooperativa “Fata”, il Libero consorzio provinciale, Maghweb, Rinnova e il Comune di Castelvetrano.

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Redazione