L’estate è finita ma in Sicilia continua a splendere il caldo sole dei rimborsi. Dopo Catania il tour “milionario” di Consulcesi ha fatto tappa a Trapani dove, alla presenza dell’OMCeO provinciale, sono stati restituiti altri 8 milioni di euro a decine di medici ex specializzandi provenienti da tutta l’isola.

Una cifra enorme che rappresenta il rimborso a favore dei camici bianchi ai quali non era stata riconosciuta la borsa di studio prevista da alcune direttive europee per gli anni di scuola post-laurea frequentati. “Un risultato – ha sottolineato il vice-presidente dell’Omceo Trapani Maurizio Terzo – che conferma come Consulcesi sia specializzata a concretizzare i diritti dei medici”.

L’iniziativa di Trapani, attraverso la quale sono stati consegnati assegni fino a oltre 90mila euro a testa, completamente esenti dalle tasse, segue quella di Catania dove, lo scorso 10 luglio, sono già stati consegnati altri oltre 7 milioni. Questi appuntamenti arrivano ormai con cadenza mensile: Venezia, Milano, Torino, Genova, Firenze, Roma e Napoli le tappe che fino ad oggi hanno scandito il “Giro d’Italia” dei rimborsi, targati Consulcesi. “Un tour – ha commentato il vice-presidente Edoardo Pantano – i cui protagonisti sono soprattutto i medici che vedono ricompensare i loro sacrifici con una giurisprudenza ormai consolidata”.

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Continuano, infatti, ad arrivare dai tribunali di tutta Italia sentenze favorevoli ai medici e di condanna nei confronti della Presidenza del Consiglio dei ministri e dei Ministeri competenti. Solo Consulcesi ha consegnato 46 milioni in pochi mesi e si è vista riconoscere, ad oggi, oltre 345 milioni di euro, con le casse dello Stato che rischiano un salasso superiore ai 4 miliardi di euro.

 

“Avere Consulcesi al nostro fianco – ha affermato la dottoressa Giuseppa Rita Pennisi, tra le decine di medici ad aver ottenuto l’assegno di rimborso a Trapani – ci ha aiutato a far valere i nostri diritti ma ci sono ancora migliaia di colleghi che sono in attesa di giustizia”.

 

A tal proposito il vice-presidente Pantano ha ricordato anche l’impegno istituzionale con i due Ddl promossi per una soluzione transattiva, che hanno di recente trovato un appoggio bipartisan. “Siamo convinti di essere vicino all’accordo – ha commentato – ma continuiamo a sostenere i nostri medici, e ricordo che avrà diritto al risarcimento solo chi avrà fatto ricorso. E noi siamo pronti a lanciare un’altra azione collettiva entro il prossimo 20 ottobre. Per le migliaia di professionisti in attesa di vedersi rimborsare ciò che è loro diritto ricevere sono già a disposizione oltre 350 consulenti che rispondono gratuitamente al numero verde 800.122.777 e sul sito www.consulcesi.it. Stessi riferimenti per i medici costretti anche ai turni massacranti in palese violazione della direttiva della Commissione Europea 2003/88. Un recente sondaggio ha confermato che il 78% non sa di poter fare ricorso”.

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APPROFONDIMENTI

 

La vicenda risale agli inizi degli anni Ottanta, quando furono promulgate le direttive europee (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE) che imponevano a tutti gli Stati membri di corrispondere il giusto compenso ai medici durante gli anni della scuola di specializzazione in medicina. Nonostante l’obbligo entrasse in vigore all’inizio del 1983, lo Stato italiano non ha corrisposto le borse di studio dovute ai medici immatricolatisi tra gli anni accademici 1982-1983 e 1990-1991. Più di recente si è aperto anche un secondo fronte per coloro che si sono iscritti tra il 1994 e il 2006. In quest’ultimo caso le borse di studio sono state pagate, ma non comprendevano il riconoscimento della rivalutazione periodica, delle coperture previdenziali e assicurative e delle differenze contributive. Il mancato adempimento ha creato un enorme contenzioso di fronte ai tribunali di tutta Italia da parte dei camici bianchi ingiustamente discriminati.

Il mancato rispetto delle precise indicazioni contenute nelle direttive ha anche portato a una condanna dell’Italia da parte della Corte di Giustizia europea, con le sentenze del 25/02/1999 e del 03/10/2000.

 

Consulcesi, oltre a essere attiva da oltre 20 anni sul fronte della difesa dei diritti dei camici bianchi e ad aver già ottenuto sentenze positive per migliaia di medici, per un totale di oltre 345 milioni di euro, ha anche coinvolto il mondo politico e istituzionale per trovare una soluzione definitiva alla questione. Lo scorso aprile, grazie al suo intervento, è stato infatti presentato un disegno di legge che prevede un rimborso forfettario per i camici bianchi che hanno frequentato le scuole di specializzazione in medicina tra il 1994 e il 2006, mentre a luglio 2013 era stato proposto il ddl per dirimere il nodo tra lo Stato e i medici immatricolatisi tra gli a.a. 1982/1983-1990/1991. Si tratta in entrambi i casi di una soluzione valida però solo per coloro che avranno presentato domanda presso le sedi giudiziarie competenti, l’unica praticabile per garantire allo stesso tempo i legittimi interessi dei medici che non hanno ricevuto quanto loro dovuto e l’esigenza dello Stato di contenere i costi.

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