Era il 28 Gennaio data in cui forse per la prima volta il nostro paese iniziava a sentir parlare di un’epidemia che stava colpendo la Cina e precisamente la città di Wuhan in cui proprio una nostra concittadina si trovava per motivi di studio. A partire da allora, abbiamo seguito quella vicenda cercando di capire meglio la sua evoluzione.
L’epicentro della diffusione di quel virus sconosciuto viene individuata nel mercato del pesce di Huanan a Wuhan, dove negli stessi spazi si mescolavano persone e animali, anche selvatici, vivi e morti, in scarse condizioni di igiene. I giorni passano e con loro la drammatica realtà che si inizia a vedere, i contagi arrivano oltreoceano, il virus ha iniziato il suo cammino anche fuori dal territorio asiatico.
I paesi iniziano a ricevere colpi indiretti da contagi provenienti dal focolaio, negli aeroporti di diversi Paesi del mondo scattano i controlli sui voli in arrivo dall’area di Wuhan.
Nel frattempo la città di Wuhan viene isolata: nessuno può lasciare la metropoli e il traffico di treni e aerei in uscita, bus, metropolitane, traghetti e trasporto interurbano è stato temporaneamente bloccato. Si dovrà attendere il 30 gennaio per constatare i primi due casi accertati anche in Italia: si tratta di due turisti cinesi che sono stati ricoverati in isolamento all’ospedale Spallanzani.
Il 31 Gennaio il Consiglio dei Ministri vara uno dei primi decreti dichiarando lo stato d’emergenza per il rischio sanitario legato al coronavirus.
Sono giorni di grande apprensione per la Nazione, ma le poche misure restrittive non sono tali da fermare i focolai legati al Covid19 che nel frattempo si registrano tra il 21 e il 22 Febbraio nel Lodigiano e in Veneto.
Il Cdm nella serata tra il 22 e il 23 febbraio vara un decreto per contrastare la trasmissione del Coronavirus, ma la situazione sembra essere quasi fuori controllo, infatti a poco più di una settimana ed esattamente il 4 marzo, il premier italiano firma un nuovo decreto: scuole e università chiuse fino al 15 marzo, campionato di calcio a porte chiuse per un mese e restrizioni anche per cinema e teatri. Per tutti distanza di sicurezza di un metro, da evitare strette di mano e abbracci.
Inizia così una realtà surreale per ognuna delle nostre vite, tutto sembra inverosimile tutto sembra esagerato per alcuni, poco rassicurante per altri, intanto le persone diventano numeri, i decessi aumentano e le paure iniziano ad invadere i nostri acquisti quotidiani fatti di beni di prima necessità come disinfettanti e mascherine, e gli abbracci sono ormai un lontano ricordo.
Tutto questo non basta alla nostra povera Nazione che ormai martoriata dai contagi fuori controllo accusa i colpi di un sistema al collasso, la sanità vacilla, l’economia è ormai al tracollo ed intanto si invoca un aiuto ben più grande di qualsiasi altra cosa, la responsabilità di un Paese che piange vittime innocenti.
Nella notte tra il 7 e l’8 marzo, con un nuovo decreto, Conte limita le possibilità di movimento nelle zone più colpite dal contagio, in entrata e in uscita e all’interno dei territori.
Adesso si ha la consapevolezza che qualcosa di più grande sta seriamente danneggiando la nostra vita. Partono gli inni cantati al balcone poi, improvvisamente si passa al silenzio, un silenzio assordante che porta ad una sperata consapevolezza #andràtuttobene.
L’11 marzo l’Oms dichiara che quella di Sars-CoV-2 è una pandemia. “Nelle ultime 2 settimane il numero dei Paesi fuori dalla Cina che sono stati colpiti dal coronavirus è triplicato” ha detto Ghebreyesus, oltre 150 Paesi nel mondo sono stati contagiati.
Una pandemia, cos’è, cosa significa e a cosa porterà? Dal paragone alla guerra, alla vita su un divano tra quattro mura, abbiamo cercato in tutti i modi di vedere con ottimismo, ma ancora numeri, quei numeri che ogni giorno mettono paura e ci hanno resi indiscutibilmente, medici, patologi, tuttologi ma soprattutto esseri umani guidati da un unico obiettivo arrivare alla fine di questo incubo.
La sera del 21 marzo, il premier Conte torna a rivolgersi all’Italia: “È la crisi più difficile che il Paese sta vivendo dal secondo dopoguerra” Nuove misure in campo: chiuse tutte le aziende non strategiche del Paese fino al 3 aprile.
Il 25 Marzo in Italia le persone decedute positive al coronavirus arrivano a 7.503 , sono 74.386 i casi totali nel Paese.
Oggi siamo tristi, oggi non cantiamo, oggi è difficile dire che andrà tutto bene, oggi paghiamo un prezzo troppo alto ma niente è troppo quando tieni al sicuro la tua salute, oggi più che mai il nostro Paese ha bisogno di persone responsabili perchè non si è mai abbastanza cauti.
Oggi 27 Marzo, a tutti quegli angeli andati via per un virus che pensavamo sotto controllo, a tutti quegli uomini e quelle donne morti che ahimè sono diventati i numeri che aspettiamo ogni giorno, a tutto ciò che stiamo rinunciando a tutti coloro che ogni giorno ci permettono di sperare, dai sanitari alle forze dell’ordine, alla protezione civile alla croce rossa e poi altri… a tutta l’Italia che oggi piange una sconfitta morale, fisica e umana, dobbiamo tanto, e allora facciamo in modo che non debba vergognarsi di noi.