La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza della Corte d’appello di Palermo che aveva condannato, per presunte minacce (300 euro di multa) il castelvetranese Lorenzo Ingrasciotta, dipendente regionale di 61 anni. L’uomo era finito sotto processo per lesioni personali gravi e minacce (in danno di un vicino di casa). In primo grado venne condannato a 3 anni di carcere. In Appello, invece, venne assolto con formula piena dall’accusa di lesioni («perché il fatto non sussiste») e condannato soltanto per le presunte minacce. Ora la Corte di Cassazione ha annullato anche questa condanna. Ingrasciotta è stato difeso in secondo e terzo grado dall’avvocato Celestino Cardinale.
L’uomo venne accusato da un vicino di casa (poi dichiaratosi parte civile nel procedimento) che aveva riferito di essere stato colpito con pugni alla testa, schiaffi e calci appena sceso dall’auto all’interno del garage. Fatto per il quale avrebbe accusato una lesione permanente con perdita quasi totale della vista. L’avvocato Cardinale è riuscito a dimostrare come chi accusava Ingrasciotta si era inventato tutto. «La stessa Corte d’appello – ha dichiarato l’avvocato Celestino Cardinale – ha addebitato a chi accusava il mio assistito “un comportamento gravemente simulatorio”».
Corte di Cassazione – foto di Sergio D’Afflitto