Campioni del mondo, fantasisti, bomber di razza e stelle delle squadre più blasonate del pianeta. La Sicilia, negli anni d’oro del suo calcio, è stata una vera e propria fucina di talenti che ha lanciato nell’Olimpo di questo sport tantissimi campioni. Da Dybala a Cavani, da Pastore a Sirigu ma anche Papu Gomez e Mariano Izco fino alle stelle di categoria Amoruso, Di Napoli e Zampagna. Nomi che hanno fatto davvero la storia di questo sport e che in alcuni casi sono diventati veri e propri campioni in Francia e Inghilterra, oltre che nelle rispettive Nazionali. Delle tre squadre siciliane che più hanno militato in Serie A, Palermo, Catania e Messina, solo la prima però ha assaporato il gusto dell’Europa e sfiorato anche una vittoria della Coppa Italia. E questo grazie al sempre amato/odiato Maurizio Zamparini, presidente del Palermo dal 2002 al 2017 e noto a tutti per essere un vero mangia allenatori. Tra Palermo e Venezia, di cui era stato presidente dal 1987 al 2002, ha esonerato e assunto allenatori per 66 volte in 30 anni di calcio, un vero e proprio record.
Ma in Sicilia deve esserci qualcosa di speciale che rende il fiuto per i calciatori e i talenti più intenso che da altre parti perché soprattutto negli anni 2000 e 2010 sono passati giocatori incredibili che hanno lasciato il segno sull’isola ma anche, successivamente, nel resto del mondo. Giocatori che hanno fatto impazzire di gioia gli amanti del calcio e che, ovviamente, sono stati tra i più ambiti sia nel mondo dei campionati di Fantacalcio ma anche quello dei bookmakers, che nelle schedine disponibili online risultavano sempre con quote interessanti grazie al loro valore. Partiamo ovviamente da quei giocatori che ci hanno fatto esultare nel 2006 con la Coppa del Mondo vinta dall’Italia come Barzagli, Zaccardo, Grosso e Toni, giocatori che hanno esordito con la maglia del Palermo, hanno vinto un mondiale in Germania 2006, appunto, e sono diventati stelle della Massima Serie italiana ma anche dei campionati esteri come Barzagli al Wolfsburg e Toni, scarpa d’oro, con la maglia del Bayern insieme ad altri campioni di livello come Ribery e Robben.
Ma dalla squadra del capoluogo siciliano soprannominata dai media anche “Fabbrica di campioni” si sono fatti notare giocatori come Edinson Cavani, Josip Ilicic o Paulo Dybala. Cavani è tra i giocatori più forti visti in Europa e dopo il Palermo è passato dal Psg fino al Manchester United. Ilicic, tre anni in rosanero, è poi passato all’Atalanta dove stava raggiungendo il suo picco calcistico prima dello scoppio della pandemia. E infine Dybala, la Joia, tre anni al Palermo e poi una vita alla Juve attraverso una cessione monstre per la squadra di Zamparini, di 40 milioni di euro.
Ma la Sicilia ha visto anche anni d’oro sul lato est, nel Catania. Quel Catania del Papu Gomez, di Maxi Lopez, di Nicola Legrottaglie, delle punizioni di Francesco Lodi, della fantasia di Mariano Izco e anche di quella della bandiera Beppe Mascara. Una serie di grandi giocatori che hanno scritto la storia del calcio catanese e che hanno portato il club a piazzarsi, come mai prima di allora, anche ottavo in Serie A. Un record per quella squadra che ha visto la stella più brillante in Gomez, poi futuro campione dell’Atalanta di Gasperini che incanterà mezza Europa.
Qualche anno prima, un livello non europeo certamente, ma un pezzo di storia del calcio che difficilmente si dimentica. Parliamo del Messina di metà anni 2000, con Bortolo Mutti in panchina e una serie di giocatori, cosiddetti campioni di periferia. Ma giocatori di livello, con il fiuto del gol e dalle qualità tecniche invidiabili. Parliamo di “Re Artù” Arturo Di Napoli, “Nic piede caldo” Nicola Amoruso, Gaetano D’Agostino, “l’operaio del gol” Riccardo Zampagna e Salvatore Aronica. Una squadra che fece davvero la storia del Messina, scolpendo, nei taccuini e nella memoria, storiche vittorie come quella contro la Roma per 4-3 allo stadio San Filippo o il 2-1 conquistato a San Siro contro il Milan.