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Dal contrasto alla mafia alla promozione del cibo sostenibile: la Valle del Belìce e la società civile in movimento

Coltivazione sostenibile, attenzione al benessere della comunità, rispetto dell’ambiente, valorizzazione del territorio e sviluppo di una società civile organizzata, la quale si opponga all’attività criminale organizzata di stampo mafioso: grazie alla sinergia delle diverse forze interessate, percorrere questa strada non solo è possibile, ma anche auspicabile.

Questo sembrano volerci dire i partecipanti al convegno “Coltiviamo Sviluppo sostenibile con il cibo della Valle del Belìce” che si è tenuto a metà settembre a Castelvetrano.

L’analisi psicologica della mafia per restituire il territorio alla cittadinanza

L’incontro è il terzo di una serie voluta ed organizzata da Girolamo Lo Verso, professore ordinario di Psicoterapia e Psicologia del fenomeno mafioso dell’Università degli Studi di Palermo. Lo Verso è colui che, oltre vent’anni fa, in Italia ha dato origine agli studi di antropopsicologia mafiosa, un tentativo di guardare al fenomeno mafioso con gli strumenti della psicologia clinica.

Uno degli assunti di questa disciplina è che il mafioso e la mafia si sanno adattare ai cambiamenti della società in cui si muovono; in questo modo l’organizzazione criminale riesce sempre a cogliere e a soddisfare i bisogni che lo Stato non coglie o non soddisfa; riesce ad ottenere consenso.

L’idea alla base non solo del convegno di Castelvetrano, ma anche di ogni attività promossa dalle associazioni e dai gruppi partecipanti è “semplice”: creare delle sinergie tra tutte le forze sociali, economiche e politiche della Valle del Belìce e delle Terre degli Elimi, per restituire il territorio alla cittadinanza.

Un territorio attivo, che sappia promuovere se stesso e i propri prodotti, sarà un territorio “ricco”, che non avrà bisogno di cedere ai ricatti della mafia e dei mafiosi.

 

Stile di vita mediterraneo e antropopsicologia mafiosa: i workshop a Caltanissetta e Palermo

Come detto, quello di Castelvetrano è stato il terzo di tre incontri. Il primo si è tenuto nel mese di aprile a Caltanissetta e ha messo al centro della discussione il Primo parco mondiale policentrico e diffuso dello stile di vita mediterraneo, fondato su due punti forti dell’economia siciliana, l’arte e l’agricoltura.

Preservare i principi della dieta mediterranea e creare una rete regionale che coinvolga, tra gli altri, comunità locali, istituti di formazione, soggetti attivi nella promozione della biodiversità, è l’obiettivo del Parco, che nei suoi quattro anni di attività, è partito dai comuni della Sicilia centrale per diffondersi in tutta la regione.

Il secondo incontro di questa serie si è tenuto nel mese di maggio a Palermo, a Palazzo Sclafani, dove il professor Lo Verso, coinvolgendo magistrati, procuratori, presidenti della Corte d’Appello, psichiatri e psicologi clinici, ha condotto un dibattito che ha spaziato dalle opportunità di sviluppo socioeconomico e antropopsichico dei beni confiscati alla mafia, all’evoluzione della ricerca psicologico-clinica sulla psicologia mafiosa e sull’antropopsicologia mafiosa oggi.

La vita contro la morte, l’antropopsicologia mafiosa ieri e oggi” è stata un’occasione per riflettere ulteriormente su come modelli positivi, come quello dello stile di vita mediterraneo, possano diventare strumenti per contrastare il sottosviluppo economico e sociale (e quindi il diffondersi della criminalità organizzata).

 

Lo sviluppo sostenibile nel Belìce: la mobilitazione di enti e associazioni

Infine, l’incontro forse più interessante per la società civile e per la cittadinanza, quello di Castelvetrano: “Coltiviamo Sviluppo sostenibile con il cibo della Valle del Belìce”.

Il numero di centri e associazioni che vi hanno preso parte come partner e come organizzatori mostra il livello di coinvolgimento della popolazione e delle forze economiche e sociali nel desiderio di rinnovamento e di valorizzazione del territorio.

Hanno, infatti, collaborato al workshop il GAL Valle del Belìce, l’Ats Ci.Va.Be. (Cibo della Valle del Belìce), il Parco archeologico di Selinunte, il comune di Castelvetrano, il Club per l’Unesco di Castelvetrano Selinunte, il Primo parco mondiale dello stile di vita mediterraneo e il Biodistretto Terre degli Elimi.

I temi al centro di questo incontro sono quelli che possono mobilitare le energie di soggetti pubblici e privati, per costruire alleanze a difesa e promozione del territorio: il Mediterraneo e l’importanza dei prodotti locali e di una loro promozione; l’evoluzione nel corso dei decenni dell’antropopsichismo mafioso; il territorio regionale e il futuro possibile per la Sicilia in generale, per la valle del Belìce in particolare.

 

La sinergia tra promozione dei prodotti locali e promozione del turismo

Non sfuggirà a nessuno quanto la promozione del territorio e dei suoi prodotti non sia nulla se non inserita in un contesto di sviluppo turistico; ed infatti, il workshop tenutosi a Castelvetrano è stato pensato anche nella prospettiva del progetto internazionale per la valorizzazione dei territori della gastronomia nel continente europeo. La Sicilia, infatti, prima regione in Italia ad ottenere questo riconoscimento, l’anno prossimo sarà “European Region of Gastronomy 2025”: sarà l’occasione per incentivare il collegamento tra le risorse gastronomiche e agroalimentari, da una parte, e il sistema turistico, dall’altra. Sarà l’occasione anche per un maggiore afflusso di turisti in Sicilia, gli stessi turisti che, tra una visita ad una cantina ed una ad un oleificio del Belìce, potranno distrarsi giocando sulla piattaforma di uno dei casino non AAMS recensiti su siti specializzati come questo.

I temi che sono stati trattati all’incontro di Castelvetrano sono le filiere corte, la qualità dei prodotti, la gestione e la rete tra i mercati locali, la sostenibilità ambientale e lo sviluppo sociale, il coinvolgimento delle comunità.

Tra i promotori più attivi della giornata, l’Ats Ci.Va.Be.: si tratta di un brand istituito per promuovere e valorizzare i prodotti locali e il valore storico e sociale (di nuovo, un collegamento con l’antropopsichismo e il contrasto alla mafia!) della ricchezza enogastronomica e culinaria della Valle. A fare la parte del leone, alla fine del convegno, sono stati loro, i prodotti locali: il formaggio, l’olio d’oliva, il vino, la ricotta fresca di pecora e il miele.

Published by
Claudia Bianco